31 Gennaio 2020
“Riscritto” il futuro delle nostre nocciole

Il nuovo accordo Coldiretti-Novi garantirà dai 20 ai 30 euro in più per ogni quintale

I produttori di nocciole di Coldiretti, già a partire da quest’annata, riceveranno dai 20 ai 30 euro in più al quintale rispetto al valore di mercato. E’ questo, in estrema sintesi, l’aspetto economico principale dell’accordo stipulato il 26 marzo scorso a Novi Ligure dai vertici astigiani e alessandrini dell’organizzazione con il Cavalier Flavio Repetto, patron del gruppo dolciario Novi – Elah – Dufour.

Siamo, ovviamente, molto soddisfatti – rivela il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio – per aver trovato un’unità di intenti con l’azienda dolciaria novese. Dopo tre anni di collaborazione proficua, abbiamo stretto un accordo quinquennale che punta decisamente sulla qualità per valorizzare al meglio le tante peculiarità della nocciola piemontese”.

Siamo un’azienda che ha e vuole mantenere una patria, quella del nostro meraviglioso territorio”, ha rilevato il cavalier Repetto, nel sottolineare come questa alleanza con gli agricoltori sia figlia di un territorio dalle grandi potenzialità, talvolta inespresse, che sa offrire ai consumatori grandi eccellenze alimentari.

Già in questo triennio di adesione dei corilicoltori astigiani al progetto Coldiretti-Novi c’è stata una crescita esponenziale. Nell'ultima campagna hanno sottoscritto l'accordo di filiera ben 194 imprese agricole dell'Astigiano. La superficie interessata è stata di 100 ettari in più rispetto all'annata precedente ovvero 500 ettari, per una produzione potenziale di 10 mila quintali di nocciole pari al 10% del totale producibile nell’Astigiano. “E’ soprattutto quest’ultimo dato – sottolinea il presidente - a determinare il “peso” di questo accordo. Possiamo fare massa critica e incidere sulla media qualitativa, fornendo anche un contributo importantissimo nella formazione della domanda e dell’offerta di prodotto”.

In appendice all’accordo sottoscritto c’è che ogni produttore deve sottostare ad un rigido protocollo produttivo con le indicazioni e gli impegni tecnici per raggiungere una qualità adeguata. “In pratica – evidenzia Reggio – l’azienda dolciaria novese si impegna a riconoscere precise premialità in base alla qualità delle nocciole che andremo a conferire”. Uno sforzo e un impegno già mantenuto in questi anni, ma che il prossimo lustro potrà sicuramente dare ancora più stabilità al settore corilicolo. Ma vediamo nel particolare cosa c’è in più nell’accordo che non era presente in quello precedente.

Il valore di riferimento, o prezzo base, viene sempre preso dal primo bollettino dell’annata diramato dalla Camera di Commercio di Cuneo orientativamente verso il 15 settembre dell’anno.  Questo prezzo viene utilizzato per determinare un primo cospicuo acconto che in fase di saldo sarà poi rivalutato in base ad eventuali aumenti (sempre rilevati dai bollettini della CCIAA di Cuneo) registrati fino al termine della campagna, ovvero verso il 15 maggio dell’anno successivo. A questo occorre rilevare come gli aderenti al progetto Coldiretti-Novi debbano seguire il protocollo produttivo tendente all’ottenimento della massima qualità. “Va da sè – rileva Reggio – che essendo il prezzo della Camera di Commercio espresso con il “punto resa”, ovvero prendendo in considerazione la consistenza reale del frutto depurato di eventuali frutti bacati, i nostri produttori non potranno che ottenere il valore massimo di mercato”.

A questo punto entrano in gioco i premi qualità che vanno dai 5 euro al quintale qualora il valore di riferimento del singolo produttore fosse uguale o superiore ai 350 euro al quintale, ai 10 euro se il prezzo base risultasse inferiore ai 350 euro, fino ai 15 euro nel caso di un prezzo base inferiore ai 250 euro al quintale.

Oltre questo, ogni produttore si vedrà poi riconoscere dalla Novi una somma di 15 euro per ogni quintale di nocciola conferito. In pratica, per i prossimi cinque anni, ogni corilicoltore di Coldiretti riceverà dalla Novi dai 20 ai 30 euro al quintale in più rispetto al valore di mercato.

Questo concreto riconoscimento economico garantito da Novi – sottolinea Reggio – apre prospettive molto interessanti per il settore, in quanto fornisce ai corilicoltori la possibilità di una programmazione pluriennale della propria attività. In definitiva, lavorando sulla qualità, i nostri produttori hanno ottenuto non solo un maggiore valore, ma anche una maggiore tranquillità che anche in futuro i propri sforzi possano essere ripagati”.

 

Hanno detto:

Sicuramente il nuovo accordo con Novi è molto soddisfacente per chi crede nella corilicoltura ed è remunerativo per chi ci lavora; è molto positivo anche per l’intero territorio in quanto poter vedere noccioleti ben curati e ordinati sulle nostre colline è un bene per il nostro paesaggio”

Roberto Campia, Sindaco di Castellero

 

Sicuramente è un accordo anche superiore a qualsiasi previsione. E’ evidente che l’azienda Novi punta e crede nella qualità delle nostre nocciole, anche io ci credo, mi sono insediato, ho fatto un impianto di 8 ettari ed ora in attesa che entrino in produzione sto finendo la scuola. Aderirò sicuramente all’accordo Coldiretti – Novi”

Fabio Torchio, corilicoltore ventiduenne di Monale

 

Io mi sono insediata nel 2016 e ho via via dismesso il vigneto e le altre colture ampliando la superficie a noccioleto. Grazie all’accordo Coldiretti – Novi abbiamo maggiori garanzie che il nostro lavoro sia adeguatamente ripagato”

Monica Rosso, corilicoltrice di Revigliasco

 

Prima i mediatori di nocciole ti fregavano sulla resa, a volte la facevano per loro conto, altre volte mettevano le mani nel sacco e soppesavano le nocciole più leggere da utilizzare per il calcolo. Oggi l’accordo Coldiretti – Novi ha dato trasparenza al settore, la resa viene fatta due volte in modo serie e il prezzo è sempre il più alto”

 Corilicoltore che vuole rimanere anonimo

Noccioleto astigiano primo in investimenti

Boom di coltivazioni da 2 mila a 5 mila ettari; in 10 anni è raddoppiata la superficie

Contrariamente a quanto si possa pensare, non è il vigneto la prima voce di investimento per l’agricoltura dell’Astigiano, ma è la corilicoltura. Il settore primario, in questi ultimi anni, ha puntato forte sullo sviluppo della nocciola e ha concentrato gli sforzi per ampliare notevolmente la superficie.

In una decina di anni la superficie investita a noccioleto in provincia di Asti è praticamente raddoppiata. Siamo passati da poco più di 2 mila ettari (2.072 per la precisione) dell’anno 2006 ai 4.974 ettari coltivati nel 2018.

Al centro dell’attenzione la coltivazione della “Tonda gentile trilobata”, la varietà in assoluto più apprezzata e cercata al mondo, un vero must per tutti i “gourmet”. La nocciola nostrana ha proprietà e caratteristiche uniche che si distinguono notevolmente rispetto ad altre varietà coltivate in altre parti d’Italia. Come in tutte le cose deve però essere seguita con perizia ed attenzione, prestando la massima competenza e professionalità, altrimenti si rischia di ottenere rese produttive inferiori alla media e di non garantire la qualità ricercata dai trasformatori. E proprio la qualità garantita dai produttori di Coldiretti Asti ha permesso di concretizzare un accordo con l’industria dolciaria del gruppo Novi – Elah - Dufour che è sostanzialmente cresciuto insieme al boom della coltivazione. “In tre anni – specifica il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio – siamo passati dai 200 ettari interessati dall’accordo ai 500 ettari del 2018, praticamente al 10% di tutti gli ettari presenti nella nostra provincia, garantendo ai 194 corilicoltori coinvolti un introito decisamente interessante e finalmente proporzionale all’effettiva qualità del loro prodotto. Ed ora, con il rinnovo dell’accordo di filiera con l’azienda stipulato il 24 marzo e in vigore per i prossimi cinque anni, contiamo vivamente di proseguire con un’ulteriore valorizzazione in tal senso”.

 

 

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