L’intero mondo vitivinicolo, ormai da alcuni anni, sta registrando una flessione dei consumi e dei prezzi. In particolare le produzioni piemontesi prevalentemente a denominazione di origine, stanno risentendo della crisi economica mondiale, che sta causando aumenti delle giacenze in cantina, con conseguenze negative su tutto il comparto.
Bisogna anche considerare che, in questi anni, le aziende vitivinicole che hanno lavorato ed investito sulla qualità del prodotto, riducendo le rese e aprendosi, con fatica ed abnegazione a nuovi mercati, stanno ottenendo, nonostante la crisi, risultati soddisfacenti.
Le stesse cantine spesso non hanno problemi di giacenze, anzi lamentano la difficoltà di rifornire un mercato che richiede prodotto di altissima qualità. Sono per lo più piccole e medie aziende che hanno investito sul legame del vino con il territorio di origine ed hanno messo a punto una formula di penetrazione del mercato che si rivela vincente in un mondo sempre più globalizzato.
Tra gli strumenti messi a disposizione al nostro Paese dalla nuova Ocm vino troviamo la misura innovativa di aiuto delle “Vendemmia Verde”. Tale misura rientra tra i cosiddetti interventi finalizzati al mantenimento dell’equilibrio di mercato, eliminando le eccedenze, andando progressivamente a sostituire gli interventi finanziari a sostegno dei distillatori e della distillazione.
Essa infatti consiste nella eliminazione o distruzione totale dei grappoli, non ancora giunti a maturazione, riducendo a zero la resa della relativa unità vitata. Alla nostra regione sono stati destinati complessivamente 7,1 ml di €.
Coldiretti da oltre due anni plaude l’applicazione della vendemmia verde ritenendola fondamentale per ristabilire l’ equilibrio di mercato; inoltre questa misura, che prevede un contributo di 3.200 € per ettaro, interviene direttamente sulla redditività delle aziende vitivinicole.
Secondo il presidente di Coldiretti Asti, Maurizio Soave, componente della giunta regionale con delega al vitivinicolo, l’opportunità di questa misura di sostegno deve far parte di un progetto volto al rilancio di tutto il settore vitivinicolo piemontese. Il progetto dovrà comprendere sicuramente tutti gli strumenti che regolano l’offerta e tutte le azioni promozionali per le denominazioni di vertice, quindi tutti gli interventi e le risorse dovranno essere coordinati nell’ambito di un apposito tavolo regionale.
A fronte del rincorrersi delle richieste di attivazione della distillazione/rottamazione, secondo Coldiretti queste misure non possono rappresentare la soluzione per il rilancio del settore e della barbera in particolare. Se, in extrema ratio, fosse attivata la distillazione, sarebbe quanto mai opportuno conoscere preventivamente le esatte tipologie, le quantità, le qualità e i relativi possessori delle giacenze da prendere in considerazione. Alla distillazione, si preferiscono comunque altre iniziative quali la promozione (magari rivolta verso mercati dove la barbera è assente) e l’eventuale contenimento futuro delle produzioni con la vendemmia verde. Quest’ultima, osteggiata purtroppo da chi non pensa al bene delle imprese agricole vitivinicole, bensì agli interessi di altri soggetti economici della filiera, abbisogna di una applicazione graduale negli anni; diversamente, se non venisse incoraggiata, si rischierebbe di vanificare del tutto il suo effetto positivo sul mercato.
Relativamente alla campagna 2010, si informano gli imprenditori agricoli che per aderire alla vendemmia verde occorre presentare domanda entro il 21 maggio prossimo e procedere alle operazioni entro il 15 giugno.