31 Ottobre 2023
Vendemmia 2023: diminuisce la quantità, tiene la qualità.

Gli effetti del cambiamento climatico sono una variabile determinante.

Da nord a sud, da est a ovest l’Italia pullula di biodiversità varietale.

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Per la prima volta, dopo sette anni, l'Italia ha perso la leadership come produttore di vino in Europa e nel mondo, con una produzione stimata di 43,9 milioni di ettolitri, in calo del 12% rispetto al 2022, mentre la Francia è diventata il primo produttore con 45 milioni di ettolitri (+1,5% rispetto all'anno precedente).

È quanto afferma la Coldiretti sulla base delle previsioni aggiornate del Copa Cogeca, l’Organizzazione di rappresentanza degli Agricoltori e delle Cooperative Europee.

Sempre più la vitivinicoltura si trova a fare i conti con il clima. A pesare, nei diversi areali europei, sono stati l’inverno secco, gli eventi grandinigeni e le inondazioni. Rispetto alla vendemmia 2022, in Austria è stato registrato un calo della produzione del 6%, in Grecia del 23%, in Croazia del 31% e in Slovacchia del 20%.

Il vino Made in Italy, tuttavia, conferma il successo nell’export, anche, in Francia con un balzo del +21% in valore delle esportazioni nei primi sette mesi del 2023 (elaborazioni Coldiretti su dati Istat) – spiega Monica Monticone, membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega territoriale al settore vitivinicolo e Presidente Coldiretti Asti. - A vendemmia ormai completata, si attende una produzione di alta qualità per la filiera vitivinicola piemontese, che conta 14 mila imprese, 43 mila ettari di superficie vitata e vanta 42 Doc e 17 Docg”.

“In Italia, il vino rappresenta, fuor di dubbio, un patrimonio importante sia dal punto di vista storico, culturale ed economico sia turistico ed occupazionale – aggiunge il Direttore Coldiretti Asti Diego Furia; – per questa ragione, va difeso da superficiali timbri ideologici, basati/derivanti da un assai limitato e circoscritto campione territoriale che insiste nel nord Europa, ove sarebbe più opportuno ed efficace intervenire nella corretta formazione/informazione culturale nonché nella puntuale educazione al consumo. Altro valore aggiunto, che caratterizza la nuova stagione del vino italiano, è l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, le politiche di marketing e il rapporto sempre più diretto con i consumatori”.

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