8 Agosto 2023
Summit ONU: volano i prezzi del cibo, ma i contadini sono pagati il 21% in meno

Coldiretti: per 735 milioni è allarme fame che colpisce maggiormente le aree rurali

Volano i prezzi nel carrello della spesa alimentare per le famiglie dei diversi continenti, ma ai contadini i prodotti agricoli vengono pagati il 21% in meno. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in occasione del Food Summit Onu sulla base alle quotazioni dell’indice Fao che, a giugno 2023 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è sceso con cali del 22% per il latte alla stalla e del 24% per i cereali nei campi.

Se i prezzi pagati ai contadini sono crollati, nell’ultimo anno è cresciuta l’inflazione alimentare sia nei Paesi ricchi sia in quelli poveri, con i prezzi del cibo che sono aumentati su valori che vanno dal +6,7% negli Usa al +13,8% nell’Unione Europea, mentre in Italia l’incremento è stato dell’10,7%, ma la situazione più difficile si registra nei Paesi poveri, con balzi, per fare la spesa alimentare, che vanno dal +48% del Burundi al +49% del Pakistan fino al +52% del Ghana (analisi Coldiretti di giugno).

Il risultato è che, nel 2022, la fame nel mondo ha colpito 122 milioni persone in più rispetto al 2019, pari a una media di 735 milioni di persone, secondo dal rapporto “Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo” della FAO. Una situazione che rischia di allargare la fascia della povertà alimentare nel mondo dove l'insicurezza colpisce più chi vive nelle zone rurali: il 33% degli adulti contro il 26% di chi abita nelle zone urbane, con il paradosso che chi produce cibo, con l’allevamento e la coltivazione, non è in realtà in grado di averne a sufficienza per sfamare la propria famiglia, per effetto delle speculazioni in atto sui prezzi alimentari e sulla terra.

Per combattere questa anomalia è nata la World Farmers Markets Coalition, uno dei dieci programmi della FAO selezionati nell’ambito del progetto di Food Coalition, con l’obiettivo di sostenere i mercati contadini nei diversi continenti per favorire reddito e occupazione e per combattere la fame. Per l’Italia, le organizzazioni fondatrici sono Coldiretti e Fondazione Campagna Amica; per gli Usa la FMC; per la Danimarca Grønt Marked; per la Norvegia Bondens Marked. Tra i Paesi coinvolti ci sono gli Usa, l’Australia, il Giappone, il Canada, il Cile e il Ghana, l’Inghilterra, tanto per citarne solo alcuni. Una realtà che coinvolge già 250 mila agricoltori e famiglie.

Fra gli obiettivi della World Farmers Markets Coalition c’è la diffusione di un modello di sviluppo economico ambientale e sociale sostenibile, tramite la filiera corta con il supporto all’agricoltura familiare, la promozione del cibo locale e l’emancipazione degli agricoltori, in particolare delle donne e dei giovani. Punto rilevante dell’azione associativa è la conservazione della biodiversità e la lotta ai cambiamenti climatici

“L’Italia è il Paese della Ue con la più estesa rete organizzata di mercati contadini con 15.000 agricoltori coinvolti in circa 1.200 farmers market di Campagna Amica – spiega Coldiretti. - Un sistema organizzato da nord a sud del Paese, che non ha solo un valore economico ma anche occupazionale e ambientale. Sono circa 25 milioni gli italiani che hanno acquistato cibo dai contadini trainati da una nuova sensibilità verso i cibi salutari, ma anche dalla volontà di recuperare un contatto diretto con chi coltiva i prodotti che portano in tavola”.

A spingere la spesa dall’agricoltore è soprattutto la possibilità di trovare prodotti stagionali, a km zero e di qualità. Nei mercati dei contadini di Campagna Amica è anche possibile trovare specialità del passato a rischio di estinzione, salvate grazie all’importante azione di recupero degli agricoltori, che non trovano spazi nei normali canali di vendita, dove prevalgono rigidi criteri dettati dalla necessità di standardizzazione e di grandi quantità offerte. Le vendite dirette con gli acquisti a km zero tagliano anche del 60% lo spreco alimentare, rispetto ai sistemi alimentari tradizionali (fonte Ispra), e garantiscono un contributo importante alla lotta contro l’inquinamento e i cambiamenti climatici, che provocano danni e vittime in tutto il mondo.

Il successo dei farmers market è frutto della legge italiana che premia la multifunzionalità dell’agricoltura e che abbiamo fortemente sostenuto per avvicinare le imprese agricole ai cittadini e conciliare lo sviluppo economico con la sostenibilità ambientale e sociale” afferma il Presidente della Coldiretti Asti Monica Monticone.

“Siamo di fronte a una svolta epocale, con la quale si riconosce che nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura non c’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona – conclude il Direttore Coldiretti Asti Diego Furia.

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