Con 5 pullman partiti nella notte da Asti, 250 imprenditori agricoli astigiani hanno preso parte giovedì a Roma all’Assemblea nazionale Coldiretti. In 15 mila hanno affollato il Palalottomatica, per seguire la linea operativa tracciata dal presidente nazionale Sergio Marini. “E’ stato molto esaltante – dichiara il presidente provinciale, Maurizio Soave -. In un tripudio di bandiere gialle, i nostri associati hanno confermato come Coldiretti abbia intrapreso una sfida importante per il rilancio del settore primario”.
Il tema di quest’anno “Quella straordinaria Italia del buon senso” ha fatto emergere la volontà di proseguire senza indugi nel compimento del progetto di una “Filiera agricola tutta italiana”. “L’Italia del buon senso di cui fanno parte a pieno titolo gli imprenditori agricoli – ha detto Marini – ha fatto in modo che nei 150 anni dall’unità, nonostante tutti i problemi, si vada avanti. C’è un’Italia che non si rassegna e che reagisce alla mancanza di etica nel pubblico e nel privato. Vogliamo ridare piena dignità all’Italia che lavora, rispetto a chi è data la possibilità di fare reddito senza fare niente. Non deve più essere la finanza a governare l’economia reale, la giusta politica non può più essere prevaricata dall’economia”.
Il riferimento del presidente nazionale Coldiretti è stato esplicito alle speculazioni di borsa, dove i prodotti primari oscillano continuamente di 10 punti percentuali verso l’alto o verso il basso, a seconda delle convenienze. In realtà ha spiegato Marini, i prezzi per gli agricoltori sono sempre i più bassi e per i consumatori i più alti. “Basta con questi speculatori senza scrupoli”, ha detto Marini. Un appello ripreso poi anche inconsapevolmente dal Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, intervenuto a fine mattinata per il suo impegno nel Consiglio dei Ministri. La giornata era stata aperta con l’intervento del sindaco di Roma, Alemanno, seguito dalle relazioni dei ministri Sacconi, Fazio e Romano, di Letta per l’opposizione governativa e del Cardinale Bagnasco.
“Abbiamo ottenuto – sottolinea Antonio Ciotta, direttore provinciale Coldiretti - un ampio consenso da parte di tutto l’arco costituzionale e un incoraggiamento della Chiesa a proseguire lungo la via intrapresa. Sul nostro progetto ci sono ormai tutte le convergenze per portare a compimento la difesa del made in Italy, la salvaguardia delle tipicità e dell’ambiente, la rintracciabilità, l’etichettatura e la valorizzazione della filiera corta delle produzioni. Tutti elementi per migliorare il benessere delle persone e per fare in modo che si possa vivere”. Dall’assemblea nazionale Coldiretti è emersa limpida un’aria nuova, quella di un’etica delle responsabilità che porti all’affermazione dell’Italia che lavora, quell’Italia del buon senso che produce ricchezza e che non vuole più che i suoi sforzi vengono messi a frutto da poche persone senza scrupoli. In questo senso la parola d’ordine lanciata dal presidente Marini è stata: “Bisogna mettere il cibo al centro delle politiche, guardando al futuro rispetto al presente.
8 Luglio 2011
Straordinaria Italia del buon senso