Venerdì un’apposita commissione, convocata all’uopo dall’assessore regionale all’Agricoltura, Mino Taricco, ha respinto la richiesta di ridurre, per questa vendemmia, la resa produttiva delle uve Barbera atte a divenire Barbera d’Asti DOCG e Barbera del Monferrato Superiore DOCG.
La richiesta era stata avanzata nei giorni scorsi da Coldiretti, per dare un chiaro segnale di trasparenza e di immagine alla nuova denominazione di origine controllata e garantita. “Si è persa un’occasione – ha dichiarato Maurizio Soave, presidente Coldiretti Asti - per contribuire all’affermazione della denominazione garantita in vigore proprio da questa vendemmia. La qualità non può essere un concetto astratto e tutti sanno come quest’anno le rese produttive delle zone vocate non possano essere particolarmente elevate. Una riduzione a 75 quintali ad ettaro, avrebbe consentito di affrontare il nuovo mercato della DOCG senza timori e nella massima trasparenza”.
Da tempo Coldiretti, anche a livello nazionale, persegue una strategia che mira alla legalità e alla trasparenza nei cicli di lavorazione nel comparto agroalimentare. Dalla battaglia per l’inquadramento legislativo “garantista” contro le sementi geneticamente modificate, alla rintracciabilità degli alimenti e all’etichettatura obbligatoria, Coldiretti ha sempre tutelato l’attività e i redditi delle imprese agricole che perseguono criteri di alta qualità delle produzioni e di massima eticità nello svolgimento del loro lavoro. Una linea che ha incontrato i favori dei consumatori, ma che sovente si è scontrata con lobbie e interessi poco chiari.
“La mancata riduzione della resa sulla Docg Babera, come il perseverare con l’arricchimento dei mosti e col dichiarare sistematicamente l’annata vitivinicola sfavorevole, ci sembrano la conferma che l’interesse per la qualità del prodotto e per il reddito dei viticoltori si scontrino con altri interessi particolari appannaggio di pochi”.
In sostanza Coldiretti pone una domanda: in questa situazione così critica per la barbera, quale strategia si intende perseguire per rivitalizzare il mercato?
“A giudicare dalle risultanze della riunione – rileva Soave – tutti gli altri interlocutori rimangono su una posizione di totale immobilismo”.
La consultazione sulla riduzione della resa per Barbera d’Asti DOCG e Monferrato DOCG ha visto esprimersi negativamente l’Associazione dei Vignaioli Piemontesi, il Consorzio di tutela dei vini d’Asti e del Monferrato e le altre due organizzazioni agricoli; solo Coldiretti ha sostenuto la proposta.
“Noi – conclude il presidente Coldiretti – rappresentiamo una parte importante dell’agricoltura italiana e ci adoperiamo per tutelare gli interessi di tutti gli imprenditori agricoli, non riusciamo a capire quale possa essere la strategia degli altri”.