27 Settembre 2008
Quale strategia per il rilancio della Barbera?

Venerdì un’apposita commissione, convocata all’uopo dall’assessore regionale all’Agricoltura, Mino Taricco, ha respinto la richiesta di ridurre, per questa vendemmia, la resa produttiva delle uve Barbera atte a divenire Barbera d’Asti DOCG e Barbera del Monferrato Superiore DOCG.
La richiesta era stata avanzata nei giorni scorsi da Coldiretti, per dare un chiaro segnale di trasparenza e di immagine alla nuova denominazione di origine controllata e garantita. “Si è persa un’occasione – ha dichiarato Maurizio Soave, presidente Coldiretti Asti - per contribuire all’affermazione della denominazione garantita in vigore proprio da questa vendemmia. La qualità non può essere un concetto astratto e tutti sanno come quest’anno le rese produttive delle zone vocate non possano essere particolarmente elevate. Una riduzione a 75 quintali ad ettaro, avrebbe consentito di affrontare il nuovo mercato della DOCG senza timori e nella massima trasparenza”.
Da tempo Coldiretti, anche a livello nazionale, persegue una strategia che mira alla legalità e alla trasparenza nei cicli di lavorazione nel comparto agroalimentare. Dalla battaglia per l’inquadramento legislativo “garantista” contro le sementi geneticamente modificate, alla rintracciabilità degli alimenti e all’etichettatura obbligatoria, Coldiretti ha sempre tutelato l’attività e i redditi delle imprese agricole che perseguono criteri di alta qualità delle produzioni e di massima eticità nello svolgimento del loro lavoro. Una linea che ha incontrato i favori dei consumatori, ma che sovente si è scontrata con lobbie e interessi poco chiari.
“La mancata riduzione della resa sulla Docg Babera, come il perseverare con l’arricchimento dei mosti e col dichiarare sistematicamente l’annata vitivinicola sfavorevole, ci sembrano la conferma che l’interesse per la qualità del prodotto e per il reddito dei viticoltori si scontrino con altri interessi particolari appannaggio di pochi”.
In sostanza Coldiretti pone una domanda: in questa situazione così critica per la barbera, quale strategia si intende perseguire per rivitalizzare il mercato?
“A giudicare dalle risultanze della riunione – rileva Soave – tutti gli altri interlocutori rimangono su una posizione di totale immobilismo”.
La consultazione sulla riduzione della resa per Barbera d’Asti DOCG e Monferrato DOCG ha visto esprimersi negativamente l’Associazione dei Vignaioli Piemontesi, il Consorzio di tutela dei vini d’Asti e del Monferrato e le altre due organizzazioni agricoli; solo Coldiretti ha sostenuto la proposta.
“Noi – conclude il presidente Coldiretti – rappresentiamo una parte importante dell’agricoltura italiana e ci adoperiamo per tutelare gli interessi di tutti gli imprenditori agricoli, non riusciamo a capire quale possa essere la strategia degli altri”.

 

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi