25 Settembre 2009
Nell’Astigiano, già con l’annata 2009, la trentaduesima Doc

“In questo periodo di crisi, è una bella notizia poter annunciare l’istituzione di una nuova Denominazione di Origine Controllata per un vino”. E’ visibilmente soddisfatto il direttore provinciale Coldiretti, Luigi Zepponi, per l’emanazione del Decreto istitutivo della DOC “Terre Alfieri”. Il complesso iter burocratico è andato a buon fine in tempi relativamente brevi e già da questa annata vinicola l’Astigiano avrà la sua trentaduesima Doc.
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 220 del 22 settembre scorso, è stato infatti pubblicato il Decreto, datato 4 settembre 2009, con cui viene riconosciuta ufficialmente la  DOC "Terre Alfieri" ed approvato il relativo disciplinare di produzione. Il riconoscimento entra dunque in vigore a decorrere dalla vendemmia 2009, attualmente ancora in pieno svolgimento, in quanto venerdì 1° agosto il Comitato vitivinicolo regionale aveva già espresso il suo parere favorevole all’istituzione  della nuova denominazione di origine.
Coldiretti Asti è stata promotrice ed impegnata direttamente nelle varie fasi del percorso tecnico-burocratico, iniziato nel 2006, per l’ottenimento del riconoscimento.
“E’ una Doc sulla quale abbiamo puntato con convinzione – sottolinea il presidente Coldiretti Asti, Maurizio Soave – di conseguenza siamo molto soddisfatti che l’iter sia arrivato finalmente in dirittura d’arrivo. Siamo certi, vista l’attenzione e la severità con cui è stato compilato il disciplinare di produzione (anche grazie agli esperti Coldiretti) che Terre Alfieri possa diventare, in tempi brevi, una denominazione utile all’immagine e all’economia di un territorio importante in ambito vitivinicolo. I produttori hanno già dimostrato una buona vitalità e grande spirito di iniziativa, avendo fortemente voluto raggiungere l’obbiettivo della nuova Doc attraverso una particolare cura dell’aspetto qualitativo”.
 “Terre Alfieri” interessa i territori dei comuni di Antignano, Celle Enomondo, Cisterna d’Asti, Revigliasco, San  Damiano, San Martino Alfieri, Tigliole, in provincia di Asti, e parte dei comuni di Castellinaldo, Govone, Magliano Alfieri e  Priocca  in provincia di Cuneo. “Si tratta – sottolinea Secondo Rabbione, rappresentate Coldiretti nel Comitato Vitivinicolo Nazionale - tra i non molti esempi di doc “interprovinciale”, che tiene conto, al di là dei confini amministrativi,  delle caratteristiche ampelografiche  del territorio e della sua storia vitivinicola”.
Il nuovo vino a denominazione di origine controllata sarà prodotto nelle tipologie bianco Arneis e rosso Nebbiolo.
Le rese produttive sono particolarmente restrittive, sia per la produzione ad ettaro, sia nella trasformazione dell’uva in vino. In particolare, per potersi fregiare in etichetta della menzione aggiuntiva “Vigna”,  il vigneto di nuovo impianto, tra il terzo anno ed il settimo, dovrà avere una resa di uva per ettaro di 63 quintali per l’Arneis e 52,50 per il Nebbiolo.
Tra l’altro, molti vignaioli, aggiungeranno alla certificazione della Doc “Terre Alfieri”, quella di “Equaliter”, il marchio che garantisce l’eticità dei sistemi produttivi lungo tutto il percorso della trasformazione. Le volontà sono di immettere in commercio, esclusivamente vini di alta qualità.
Buone credenziali e prospettive, dunque, per affrontare le difficoltà del settore vitivinicolo. 

 

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