C’era anche una folta rappresentanza di produttori e dirigenti di Coldiretti Asti, mercoledì scorso a Genova, per prendere parte a una importante iniziativa nell’ambito di “Euroflora”. La grande manifestazione del florovivaismo che si tiene ogni cinque anni nel capoluogo ligure, è stata teatro dell’incontro “Una filiera florovivaistica tutta italiana”. Alla presenza del presidente nazionale, Sergio Marini, è stato presentato il primo studio di SWG sul florovivaismo realizzato presso i consumatori ed i commercianti (fioristi, garden center, grande distribuzione, etc.) per verificare l’interesse per le piante italiane, a km zero.
“I dati emersi dall’indagine - hanno spiegato il presidente provinciale Coldiretti, Maurizio Soave, e il direttore Antonio Ciotta – hanno evidenziato come si senta l’esigenza di istituire un marchio di garanzia creato dai floricoltori italiani”.
Ben l’85 per cento dei consumatori attribuiscono alla produzione nazionale le caratteristiche di freschezza, durata, buon rapporto qualità/prezzo e rispetto dell’ambiente in misura nettamente superiore al prodotto importato. Sono dati significativi – sottolinea Soave – a cui anche noi astigiani guardiamo con attenzione. Le recenti manifestazioni florovivaistiche della valle del Tanaro, “Florart” a Motta di Costigliole e “Fiori in Fiera” a Isola d’Asti, testimoniano come il florovivaismo nella nostra provincia rappresenti una interessante realtà in continua trasformazione”. “Un marchio di garanzia – rileva Ciotta – potrebbe essere sicuramente il volano per una crescita dell’economia del settore anche nell’Astigiano”.
Coldiretti intende infatti arginare le importazioni di fiori e piante in Italia che sono cresciute in valore del 18 per cento per un importo complessivo di 560 milioni di euro, mai raggiunto in passato. Una vera e propria invasione, soprattutto di rose straniere recise, che fanno registrare un aumento del 21 per cento per un valore record di 68 milioni di euro, ma anche di piante da fiore per appartamento che, con un balzo del 27 per cento, raggiungono i 71 milioni di euro. Le rose arrivano in Italia soprattutto attraverso triangolazioni dall’ Africa che fanno tappa in Olanda. L’aumento della domanda di fiori e piante Made in Italy all’estero dell’11 per cento per un importo di 656 milioni di euro ha però consentito di mantenere positiva la bilancia commerciale.
A spingere l’aumento record delle importazioni è stato sicuramente la mancata proroga dell’agevolazione sul gasolio destinato al riscaldamento delle serre, un insostenibile aumento dei costi in un settore che deve subire un forte pressing competitivo da paesi extracomunitari, favoriti da un clima più caldo, dove spesso si sfrutta la manodopera e si utilizzano pratiche di coltivazione dannose per la salute e l’ambiente bandite dall’Ue.
In molti casi poi la mancanza di trasparenza sull’origine dei fiori, consente di “spacciare” come Made in Italy quelli importati che rappresentano fino al 60 per cento dell'offerta nazionale e spesso arrivano in Italia dopo un lungo viaggio che ha inizio nelle grandi aziende gestite da multinazionali dove sono denunciati trattamenti brutali contro i lavoratori.
“A tutto questo si aggiunge il costo della burocrazia”, ha denunciato il presidente nazionale Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che ”molte cose sono state fatte per la semplificazione e il contenimento dei costi a partire dall’introduzione dei voucher o buoni lavoro e dal la stabilizzazione delle agevolazioni contributive per le aree montane e svantaggiate, prevista dalla legge ‘Stabilità 2011’, fortemente voluta da Coldiretti come pure le norme per agevolare la vendita diretta”.
In Italia i fiori migliori
La superiorità del prodotto italiano si manifesta in tutte le principali occasioni di acquisto come il regalo di un mazzo di fiori, l’allestimento di una addobbo floreale per un matrimonio, l’acquisto di una pianta in vaso per la casa. Una grande potenzialità si evidenzia dalla vendita di fiori, piante, bulbi e sementi attraverso gli agrimercati di Campagna Amica che è approvata dall’84 per cento degli italiani anche perché garantisce l’origine nazionale dei prodotti acquistati.
Il sistema produttivo nazionale, in base ai risultati dell’ultimo censimento dell’agricoltura, può contare in Italia su circa 20.500 aziende florovivaistiche che danno occupazione ad oltre 120.000 addetti, con una superficie coltivata di oltre 36.000 ettari dove si ottiene la più ampia varietà di produzioni.
“Non ci possiamo permettere di far diventare le piante ed i firi italiani una commodity” sottolinea il presidente nazionale Coldiretti Sergio Marini perchè “l’Italia è conosciuta in tutto il mondo come il paese dei fiori, degli architetti del verde, dei grandi giardinieri”. Sono queste - ha precisato Marini - le leve competitive che devono essere contenute in un marchio del vero Made in Italy del florovivaismo. Se siamo riusciti a riempire di valore un bicchiere di vino che si consuma all’istante non si capisce perché non si possa fare per i fiori e le piante che arrivano a durare una intera vita ed anche di più’”.
LA SFIDA TRA FIORI ITALIANI E FIORI STRANIERI
Preferenza italiani Preferenza stranieri Indifferente Non risponde
Allestimento matrimonio 50 % 10 % 35 % 5 %
Mazzo di fiori in regalo 53 % 10 % 33 % 4 %
Pianta in vaso per casa 48 % 10 % 36 % 6 %
Fonte: Indagine Coldiretti/Swg 2011
GLI ITALIANI ED I FIORI
Gli appassionati (li acquistano 2 volte al mese) 20 %
Gli acquirenti medi (li acquistano 1 volta al mese) 29 %
Gli acquirenti occasionali (li acquistano meno di una volta al mese) 44 %
I disinteressati (non li acquistano mai) 7 %
Fonte: Indagine Coldiretti/Swg 2011