6 Giugno 2009
Latte: la carica dei 1000 per il popolo dei consumatori

Oltre mille allevatori organizzati da Coldiretti, hanno presidiato giovedì l’ingresso del tunnel del Fréjus. Armati di bandiere, cappellini e magliette rigorosamente gialli,  hanno voluto chiamare questa iniziativa “Operazione verità alle frontiere”, per denunciare, come recitavano alcuni cartelloni: “Consumatore, stiamo verificando le schifezze che importiamo”; “Dalle cagliate alle polveri di latte fino ai caseinati destinati ad essere spacciati come formaggi e latticini Made in Italy sulla pelle dei consumatori italiani”; e ancora “Italiani: nel nostro Paese sono importati ogni anno 1,3 miliardi di chili di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 13 milioni di chili di polvere di latte destinati ad alimentare la vendita di formaggi  Made in Italy”; “L’industria ci paga il latte da 25 a 27 centesimi al litro: consumatore, quanto lo paghi tu al supermercato?”.
Per tutta la giornata i manifestanti, fra cui anche una delegazione astigiana guidata dal presidente e dal direttore provinciali Coldiretti, Maurizio Soave e Luigi Zepponi, hanno rispettato le direttive impartite dalle forze dell’ordine senza creare incidenti, manifestando con fermezza nei confronti dell’intensificazione dei controlli, così come promessa e realizzata dalle forze di polizia.
In particolare sono stati identificati una trentina di autotreni, di cui oltre la metà con latte a lunga conservazione, e la rimanenza con polvere di latte.
Il commento unanime dei manifestanti è stato: “Siamo proprio il Paese dei balocchi! Un litro su due di latte viene spacciato per italiano, in realtà è di provenienza estera e il consumatore, ignaro di tutto ciò, lo acquista caro e salato, favorendo la speculazione da parte dell’industria di trasformazione e soprattutto della Grande Distribuzione Organizzata”.
Sono anche stati rintracciati molti camion-frigo stracolmi di formaggi provenienti dalla Slovenia, mezzene di carni bovine provenienti dal Belgio e camion carichi di latte in polvere destinato al mercato italiano ed addirittura alle isole.
Al di là delle conferme di quanto già denunciato da Coldiretti sull’”importazione selvaggia”, mentre gli allevatori lasciavano il presidio del Frejus, è giunta una telefonata della rappresentanza industriale, con la quale veniva manifestata la disponibilità a riaprire il dialogo per nuove formule di  negoziazione. Coldiretti Piemonte nell’interesse dei produttori, ha dato la disponibilità ad affrontare un dialogo che tenda a remunerare in maniera consona il latte alla stalla ed a valorizzare e distinguere il latte piemontese.
La giornata  di presidio al Frejus, puntualizzano comunque gli allevatori di Coldiretti, è stato un primo momento di mobilitazione, pronti a riprendere la protesta sotto forme diverse qualora non si raggiungessero risultati concreti in sede di trattativa con le industrie.

 

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