13 Dicembre 2009
“Lasciateci vendere il vino”

 Non si placa la polemica sul sistema di certificazione e controllo per ottenere le ricevute attestanti le DOC e le DOCG. I cosiddetti “bollini” sono diventati un vero incubo per i vitivinicoltori dell’Astigiano e dell’intero Piemonte. La situazione è sempre più paradossale, migliaia di Cantine combattono giornalmente per ottenere il “lasciapassare” per l’imbottigliamento e per poter immettere il proprio vino sul mercato.
In un momento di particolare difficoltà e di crisi economica, dover bloccare le consegne è un danno economico che incide pesantemente sulle aziende vitivinicole. Far quadrare i bilanci è sempre più difficile, posticipando le fatturazioni, in molti casi, si provocano problemi di liquidità, in un momento dove l’accesso al credito è difficoltoso e, in ogni caso, molto oneroso. “Siamo esasperati – sottolinea Alessandro Grassi, titolare dell’azienda vitivinicola “L’Alegra” di Settime – la filiera vitivinicola, di per sé è già molto complessa, il percorso di ogni annata, dal vigneto alla tavola, è sempre pieno di ostacoli e variabili, ma arrivare al termine e cozzare contro questa “burocrazia lumaca” è veramente deprimente”.
La società a cui è stato affidato il piano dei controlli, Valoritalia, sarebbe in estrema difficoltà nell’evadere in tempi ragionevoli i servizi, e i vitivinicoltori continuano a rimbalzare con le Camere di Commercio per ottenere le certificazioni.
Coldiretti, come ha più volte rimarcato il presidente provinciale, Maurizio Soave, si è sempre opposta all’affidamento del sistema dei controlli a Valoritalia, conoscendo i meccanismi dell’impalcatura burocratica che si sarebbe messa in atto. Per altro si è fatto un notevole passo indietro rispetto all’anno passato, quando nonostante tutto c’erano maggiori supporti informatici, oggi il rilascio dei noti “bollini” per le uve ed i vini a Denominazione d’Origine  è subordinato alla interminabile catena di passacarte e di formali pareri di conformità, si è retrocessi alla carta, ai timbri e al passamano da sportello a sportello.
“Come si poteva pensare – rimarca sconsolato Soave – che un sistema del genere fosse in linea con l’esigenza di efficienza e competitività delle imprese, per altro da più parte sbandierata dalle istituzione per affrontare il mercato globalizzato. Dopo le discussioni, i tavoli di lavoro, le prese di posizioni, le promesse, gli impegni, raccolti in interminabili incontri con istituzioni, Enti e Consorzi di tutela, su questo sistema dei controlli su cui Coldiretti non ha mai dato l’assenso, sarebbe ora di avviare definitivamente lo snellimento dell’intero sistema burocratico vitivinicolo”.
In somma, fra i commenti raccolti fra i produttori, emerge chiaramente come la situazione sia ormai insopportabile, perché vanno bene i controlli, ma l’impressione è che non servano ad individuare i farabutti, ma esclusivamente ad alimentare la burocrazia. Tantè che qualcuno comincia a chiedere che emergano le responsabilità: una mancata consegna di una partita di vino, indipendentemente dalla propria volontà, è un danno economico che qualcuno dovrebbe risarcire.

 

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi