19 Marzo 2011
L’allevatore del terzo millennio

Erano almeno 500 gli allevatori presenti mercoledì scorso a Monastero Bormida (AT) per il meeting nazionale degli allevatori di razza bovina Piemontese. E tutti si sono chiesti come abbia fatto l’ottantaquatrenne Franco Merlo a creare un esempio di allevamento destinato a riscrivere completamente il manuale della perfetta azienda agricola a conduzione familiare.
Gli ospiti del meeting organizzato dall’Anaborapi (Associazione nazionale allevatori bovini della razza piemontese) - oltre agli allevatori c’erano tutti i maggiori esperti del settore - chiedevano informazioni e volevano conoscere personalmente il signor Franco. Il suo allevamento è il miglior prototipo di multifunzionalità dell’impresa agricola. Su 26 ettari di superficie aziendale fra le alte colline della Langa astigiana, trovano posto: 165 capi di razza Piemontese, più il toro Isidoro che garantisce continuità all’allevamento; 50 capi suini; un salumificio per ottenere insaccati tipici piemontesi; un macello con il bollo Cee dove si lavorano 25/30 capi a settimana anche di altri allevatori;  un agriturismo; un maneggio con cavalli, asini e pony; una fattoria didattica; un impianto a biogas per lo smaltimento dei liquami e la produzione di energia; alcune casette rustiche con tutti i confort per i soggiorni prolungati dei clienti. In più nel centro storico di Monastero è attiva una fornitissima agrimacelleria.
“Quando viene da me in Comune – sottolinea il giovane Sindaco di Monastero Bormida,  Luigi Gallareto – so già che dobbiamo fare qualcosa di nuovo. Franco esordisce sempre così: dobbiamo fare questa cosa e dobbiamo farla subito. All’inizio è stata dura spiegare a Franco come i tempi della pubblica amministrazione siano talvolta un po’ lunghi e tortuosi, ma poi il suo entusiasmo è servito a tutti per darsi da fare e realizzare insieme nuovi servizi per la collettività, come la macelleria in paese, oppure il macello realizzato con il contributo della Comunità Montana che viene utilizzato da molti allevatori”. Anche l’impianto a biogas, all’inizio visto un po’ con sospetto dagli altri agricoltori, oggi è utile per tutti per concimare i campi.
Il segreto di Franco è la sua famiglia, la moglie, i due figli, le due nuore e uno stuolo di nipoti, tutti impegnati nell’attività agricola. Più un paio di argentini che “trattano meglio gli animali delle persone – sono le parole di Franco – che si occupano di guidare le mandrie con i cavalli e che cucinano la carne nell’agriturismo”.
L’entusiasmo di Franco, che ha appena rinnovato un importante accordo con l’Ospedale di Asti per la fornitura della carne a chilometro zero, è irrefrenabile. L’ultima sua creazione è l’agripanetteria, il fabbricato realizzato con pietra di Langa è già pronto, sarà affiancata da un’altra vera invenzione: l’agrigastronomia, primo esempio in Italia.

 

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