L’approvazione della Commissione agricoltura della Camera delle norme che prevedono l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti, è un importante passo in avanti per impedire di “spacciare” come Made in Italy il prodotto proveniente dall’estero. Il costo stimato, pagato dagli italiani per acquistare inconsapevolmente prodotti “taroccati” è di 4,2 miliardi.
“Il nulla osta della Commissione – sottolinea Maurizio Soave, presidente provinciale Coldiretti - presieduta dall’onorevole Paolo Russo e con due componenti astigiani, Fiorio e Fogliato - è un passo importante e a questo punto è necessario proseguire celermente tutto il suo iter parlamentare per approvare la legge dello Stato per poi sostenerla con forza a livello comunitario”.
La norma approvata mette fine ad un inganno che colpisce imprese agricole e consumatori italiani. Secondo un’indagine Coldiretti/Swg il 47 per cento degli italiani ritiene che un alimento realizzato con prodotti coltivati o allevati interamente in Italia valga almeno il 30 per cento in più.
Ma scelte più informate e consapevoli sono possibili - continua la Coldiretti - anche a seguito dell’approvazione dell’emendamento dell’onorevole Cenni che aggiunge e completa la serie delle informazioni sulle caratteristiche degli alimenti in ragione dell’eventuale utilizzazione di ingredienti in cui vi sia presenza di OGM al di là della soglia tollerata di contaminazione.
Il provvedimento, che dovrà passare all’esame dell’Aula della Camera ed ha già ottenuto una prima approvazione del Senato, è totalmente in linea con i nuovi indirizzi che vengono dall’Europa Ad inizio estate, infatti, il Parlamento Europeo ha votato a favore dell’obbligo di indicare il luogo di origine/provenienza per i prodotti con un unico ingrediente (con solo eccipienti come acqua, sale, zucchero) per la carne, il pollame, i prodotti lattiero caseari e gli ortofrutticoli freschi, ed anche per i prodotti trasformati che hanno come ingrediente la carne, il pollame ed il pesce.
Il 97 per cento degli italiani considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti. Purtroppo ancora oggi sugli scaffali due prosciutti su tre provengono da maiali allevati all’estero senza una adeguata informazione, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero. Negli ultimi anni con la mobilitazione a favore della trasparenza dell'informazione, Coldiretti è riuscita a ottenere l'obbligo di indicare la provenienza per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di pomodoro, extravergine di oliva ma ancora molto resta da fare e l’etichetta resta anonima per circa la metà della spesa, dai formaggi ai salumi, dalla pasta ai succhi di frutta.
L'ETICHETTA CON L'ORIGINE SULLE TAVOLE DEGLI ITALIANI
| Cibi con l'indicazione di provenienza |
E quelli senza |
| Carne di pollo e derivati |
Pasta |
| Carne bovina |
Carne di maiale e salumi |
| Frutta e verdura fresche |
Carne di coniglio |
| Uova |
Frutta e verdura trasformata |
| Miele |
Derivati del pomodoro diversi da passata |
| Passata di pomodoro |
Formaggi |
| Latte fresco |
Derivati dei cereali (pane, pasta) |
| Pesce |
Carne di pecora e agnello |
| Extravergine di oliva |
Fonte: Elaborazioni Coldiretti