28 Febbraio 2009
Fermiamo le “rapine” contro agricoltori e consumatori

 Questa settimana l’Autorità garante della concorrenza e del Mercato ha comminato una multa ad un “cartello” orchestrato dai pastai. Da tempo Coldiretti denunciava il progressivo allargamento della forbice dei prezzi tra la pasta acquistata dai consumatori e il grano duro coltivato dagli agricoltori.  Nel corso del 2008 la pasta ha fatto segnare il record dell'aumento dei prezzi tra i prodotti della tavola, con una crescita su base annua del 10 per cento e con un balzo del 28 per cento a dicembre, toccando in diversi mesi dell’anno incrementi anche superiori al 30 per cento.
Da un lato il basso valore del grano e dall’altro l’alto prezzo della pasta al consumo, hanno portato le imprese agricole e i consumatori ad un pesante disagio economico.
E’ così che, commentando la multa del Garante ai produttori di pasta italiani, il presidente Coldiretti, Sergio Marini, ha affermato: “I soldi delle multe che le industrie pastarie devono pagare all’Antitrust andrebbero restituiti ai consumatori e agli agricoltori con il prezzo riconosciuto per il grano duro che è dimezzato rispetto allo scorso anno, senza alcun beneficio per i cittadini che hanno invece dovuto subire ingiustificati rincari”.
Oggi le quotazioni del grano duro si trovano - sottolinea Coldiretti - su valori di quasi venti anni fa attorno a 22 centesimi al chilo mentre il costo medio della pasta si aggira attorno a 1,4 euro al chilo, praticamente stabile, secondo i dati del servizio Sms consumatori del Ministero delle Politiche Agricole.
Il problema non riguarda però solo la pasta. Nel 2008 l’aumento dei prezzi per i prodotti alimentari è stato in media del 5,4 per cento superiore al 3,3 per cento dell’inflazione generale, con un differenziale del 2,1 per cento che tende ad allargarsi nel 2009 (2,2 per cento a gennaio) nonostante il forte calo dei prezzi delle materie prime agricole. Gli italiani hanno speso 205 miliardi in alimenti e bevande (141 miliardi in famiglia e 64 fuori) che rappresentano ben il 19 per cento della spesa familiare. Considerando come, nel solo 2008, l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari sia stato superiore alla media dell’inflazione, si evince che dalle tasche degli italiani sono stati sottratti 4 miliardi di euro. Una cifra enorme che ora dovrebbe essere ricuperata combattendo speculazioni e inefficienze nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola. Questo ragionamento è stato fatto dal presidente di Coldiretti, Sergio Marini, per l’incontro con il Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia. E’ necessario interrompere un trend che impoverisce cittadini e imprese agricole in un difficile momento di crisi economica. L’obiettivo è quello di ridurre la forbice dei prezzi tra produzione e consumo per recuperare valore per le imprese e per i cittadini. Qui non c'entra né la crisi mondiale né altro, si tratta semplicemente di una prolungata rapina che deve essere fermata. Coldiretti, dunque, propone un progetto per una filiera tutta agricola, tutta italiana e firmata dagli agricoltori che presenteremo prossimamente in una convention nazionale.

 

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