8 Agosto 2023
Eventi grandinigeni importanti, che fare in viticoltura?

Tra siccità ed eventi meteo/climatici improvvisi, caratterizzati da bombe d’acqua e grandinate importanti, gli scenari in agricoltura stanno sempre più modificandosi costringendo i produttori ad intraprendere nuove misure/azioni a salvaguardia delle proprie coltivazioni.

L’ultima grandinata di fine luglio, tra le altre, ha gravemente colpito la zona di Moncucco torinese (AT) e di Castelnuovo Don Bosco estendendosi, anche, nei territori limitrofi fino al moncalvese, provocando danni ingenti tra il 30 e il 100%.

Uno di casi è quello dell’Azienda Agricola Mario Mosso di Moncucco torinese che ha accusato il 100% di danno sui propri vigneti: 8 ettari interamente devastati dal violentissimo evento grandinigeno del 21 luglio scorso. Per questa stagione: produzione zero.

La Regione Piemonte ha richiesto il riconoscimento di Calamità Naturale e, solo se passerà, Mario potrà, per i prossimi tre anni, almeno acquistare uve da terzi per vinificare; diversamente, neppure un litro di vino della vendemmia 2023 farà il suo passaggio in cantina, mentre le stagioni a venire saranno comunque parzialmente compromesse nella resa uva/ettaro.

Che fare in questi casi? “Intanto, è fondamentale porre immediato riparo alla vigna affinché, dalla prossima stagione 2024, la vite riprenda a produrre” spiega il tecnico viticolo Coldiretti Asti Vittorio Ravizza;“quindi, intervenire tempestivamente con prodotti cuprici (a base di rame) e acuprici (a base di Folpet), che vanno a proteggere, disinfettare e cicatrizzare i tralci delle viti colpite. Rispetto alla potatura dei tralci colpiti, invece, questa è possibile solo se l’evento grandinigeno è occorso prima di metà giugno”.

A livello preventivo, poi, esistono altre misure che, prima o poi, evidentemente, diventeranno di largo e diffuso utilizzo. Parliamo delle reti di protezione.

Le reti sono misure di protezione dirette utili sia contro le scottature sia contro la grandine” spiega il Responsabile Tecnico Coldiretti Asti Antonio Bagnulo; “nell’astigiano non è molto diffuso il loro utilizzo, invece, maggiormente impiegato per la frutticoltura. Tuttavia, in presenza di eventi di grande portata, si rischia di non vinificare e, conseguentemente, di perdere clienti con la concorrenza pronta a conquistare nuove fasce di mercato”.

Poi, l’invito a valutare la protezione indiretta garantita dalle polizze assicurative antigrandine affinché “in presenza di disastri diffusi si tuteli la sopravvivenza dell’azienda, anche, con le cure che il vigneto necessita” prosegue Bagnulo. “A pochi giorni dalla grandine, infatti, la vite ricaccia vegetazione che va coccolata, accudita e difesa affinché quest’inverno ci siano nuovi tralci sani su cui poter attrezzare la pianta, con la potatura, per riprodurre il prossimo anno. Da considerare, infine, anche l’irrigazione di soccorso: misura sempre più necessità per contrastare la siccità. Nel frattempo, per proteggere dalle scottature e dall’evaporazione/perdita di acqua, consigliamo il Caolino”.

Rispetto alle reti, i costi sono piuttosto importanti. Quali strumenti a disposizione delle aziende?

C’è un bando in atto della Regione Piemonte che scade ad inizio settembre e che ne finanzia l’acquisto” conclude Bagnulo.  “Presso i nostri uffici zonali è possibile verificare i requisiti per accedervi; da parte di Coldiretti, poi, prosegue l’impegno affinché la Regione dedichi le risorse indispensabili a sostenere questo investimento, sempre più necessario anche in viticoltura”.

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