21 Dicembre 2023
Ettore Prandini confermato alla guida nazionale di Coldiretti.

Una scelta che va nella continuità ottimizzando tempi ed energie.

Nella giunta confederale, anche, il presidente regionale Cristina Brizzolari.

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Ettore Prandini, 51 anni, lombardo e padre con tre figli, è stato riconfermato all’unanimità alla carica di Presidente nazionale di Coldiretti, in occasione dell’Assemblea dei delegati, riunitasi mercoledì 20 dicembre a Roma.

Nominata anche la nuova Giunta Confederale composta da: Nicola Bertinelli, David Granieri e Gennarino Masiello (vicepresidenti), oltre che da Franco Aceto, Gianluca Barbacovi, Cristina Brizzolari (Presidente Coldiretti Piemonte), Dominga Cotarella e Francesco Ferreri.

Laureato in giurisprudenza, Prandini guida un’azienda di bovini da latte e gestisce un’impresa vitivinicola con produzione di Lugana. Già alla guida di Coldiretti Brescia e di Coldiretti Lombardia, è, anche, presidente nazionale di Uecoop, della Fondazione Campagna Amica e dell’Osservatorio sulla criminalità nell’Agricoltura e sul sistema agroalimentare.

“Non possiamo che essere felici per questo rinnovo votato all’unanimità da tutti i delegati delle regioni italiane, in rappresentanza di ben 1milione e 500mila soci – apprezzano il Presidente Monica Monticone e il Direttore Diego Furia di Coldiretti Asti. -  Prandini si è dimostrato una guida sicura e capace che, con competenza, dedizione e determinazione ha conquistato autorevolezza e considerazione ai tavoli nazionali ed europei, guidando la Coldiretti in una crescita progressiva, in termini di base associativa, consensi e sviluppo. Grazie a questa scelta di continuità, potremo contare sull’ottimizzazione dei tempi, in una logica di impegni maturati e relazioni acquisite. La presenza del nostro Presidente regionale Cristina Brizzolari all’interno della giunta confederale, poi, concorrerà a tenere alta l’attenzione anche sul territorio piemontese e sulle tematiche più puntuali che lo riguardano”.

Sostenere la competitività delle imprese agricole e della pesca per garantire la sovranità alimentare del Paese e ridurre la dipendenza dall’estero, promuovendo filiere produttive 100% Made in Italy con l’innovazione e la sostenibilità economica ed ambientale” sono gli obiettivi del neo presidente rieletto Prandini, per il prossimo quinquennio amministrativo, ai quali si aggiunge: “l’impegno a raggiungere 100 miliardi di valore dell’export agroalimentare, contando anche sulla spinta della candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco e sulla lotta al falso Made in Italy alle tavole mondiali”.

E’ necessario investire sulla logistica in termini infrastrutturali, relativamente ai trasporti via terra, via mare e via aerea, creando interconnessioni fra i vari hub, per accorciare i tempi di consegna e tagliare inutili costi – ha precisato Prandini. - Inoltre, il Made in Italy va sostenuto offrendo all’Ismea la possibilità di svolgere il ruolo di cassa depositi e prestiti anche per proteggere la filiera agroalimentare nazionale dallo shopping straniero. Importante, poi, lavorare sull’internazionalizzazione, per sostenere le imprese che intendano conquistare nuovi mercati, nonché rafforzare quelli consolidati, con il coinvolgimento delle ambasciate e valorizzando il ruolo strategico dell’Ice”.

Occorre, inoltre, intervenire sulle emergenze con sostegni adeguati, ma vanno anche fatte scelte strutturali, per fronteggiare gli effetti sempre più devastanti provocati dai cambiamenti climatici, attraverso un’azione a favore della transizione ecologica, con investimenti che vadano dal verde urbano alle agro-energie, fino al piano invasi, per garantire il fabbisogno idrico. Lo stesso vale per lo sviluppo dell’agricoltura 4.0, investendo su strumenti di nuova generazione, come droni, robot e satelliti che, oggi, rappresentano un giro d’affari di oltre 2 miliardi di euro, con un incremento del 2300% nel giro di appena cinque anni. Sul fronte dell’innovazione, occorre anche lavorare anche alla nuova genetica green no ogm, per ridurre i costi delle imprese ed aumentarne il reddito. In tale ottica, nel 2024 lanceremo i primi campi sperimentali sulle Tea (Tecniche ad Evoluzione Assistita”.

Non dimentichiamo, però, che a causa della cementificazione e dell’abbandono dei campi, nell’ultimo mezzo secolo, l’Italia ha perso quasi 1/3 dei terreni agricoli (la superficie agricola utilizzabile è attualmente pari a 12,8 milioni di ettari) e si è trovata a fare i conti con una minore tenuta idrogeologica. A questo, si aggiungono il deficit produttivo del Paese e la dipendenza agroalimentare dall’estero – prosegue Prandini. – Occorre, quindi, accelerare sull’approvazione della legge contro il consumo del suolo che, da anni, giace in Parlamento, portando l’Italia all’avanguardia per la protezione del territorio”.

Nei prossimi 5 anni faremo crescere la nostra azione in Europa – conclude Prandini, - dove si decidono i destini della nostra agricoltura e dove l’Italia, che è leader mondiale nella qualità e nella sicurezza alimentare, ha il dovere di svolgere un ruolo di apripista nelle politiche agroalimentari, nell’interesse delle imprese e dei cittadini. Resteremo fortemente ancorati ai territori con le Regioni   quali interlocutori privilegiati delle politiche comunitarie”.

Prandini si conferma così al timone di una Organizzazione in crescita, di peso e di contenuti che, nel tempo, ha esteso la propria rappresentanza dalle imprese singole alle cooperative, dal settore agricolo a quello della pesca, dall’agricoltura tradizionale alla filiera agroalimentare con la Fondazione Campagna Amica (della quale fanno parte quasi ventimila punti tra fattorie, mercati, agriturismi, botteghe, ristoranti e orti urbani), che continua ad essere la più grande rete a km zero a livello europeo. Una forza sociale che, senza essere legata a partiti politici, ha cultura di governo e vanta una diffusione capillare sull’intero territorio nazionale con: 20 federazioni regionali, 95 federazioni interprovinciali e provinciali, 845 Uffici di Zona e 3.729 sezioni comunali.

Con il nuovo ruolo di sindacato imprenditoriale di filiera e l’ingresso, come aziende associate, di big del settore agroalimentare e la promozione di un sistema capillare di servizi con Consorzi Agrari d’Italia (CAI) e Bonifiche Ferraresi (BF), Coldiretti ha promosso Filiera Italia, che per la prima volta vede l’agricoltura e l’industria alimentare italiana d’eccellenza insieme per difendere, sostenere e valorizzare il Made in Italy.

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