5 Luglio 2008
DANNI DA SELVAGGINA: ORA BASTA

  
“L’agricoltura è oggi l’unica attività di impresa dove è possibile distruggere senza garantire i giusti indennizzi”, l’affermazione è del presidente nazionale Coldiretti, Sergio Marini, e sottolinea la portata del fenomeno dei danni, provocati dagli animali selvatici, alle colture agricole.
Un’emergenza nazionale a cui non sfugge neanche l’Astigiano. Anzi, l’assessore provinciale all’Agricoltura, Fulvio Brusa, su sollecitazione di Coldiretti, ha dovuto istituire addirittura un tavolo di lavoro straordinario per affrontare l’emergenza selvatici in agricoltura. In particolare, è indispensabile trovare al più presto una soluzione alla proliferazione dei cinghiali e ai consistenti costi provocati al settore primario da questi animali.
Proprio venerdì l’Assessore ha richiamato le organizzazioni venatorie, agricole e ambientali al tavolo di lavoro, per concertare le azioni di difesa per l’agricoltura. Si è fatto appello alle squadre di cacciatori che si dedicano alle battute al cinghiale di assumere un maggiore ruolo di responsabilità.
Il compito di controllare la presenza sul territorio della fauna selvatica spetta infatti ai cacciatori. Un compito, però, sicuramente difficoltoso ma, evidentemente talvolta anche lacunoso, considerando le colonie consistenti di animali che provocano ingenti danni all’agricoltura. Per altro gli animali selvatici sono considerati bene pubblico, ma i danni da loro causati vengono al massimo ritenuti ammissibili di essere indennizzati (e non completamente risarciti).
Dalla riunione è emerso chiaro come la Provincia di Asti voglia affrontare la situazione con determinazione ed impegno. C’è la consapevolezza di trovarsi in una situazione di totale emergenza che si protrae da troppo tempo. E ci si interroga sempre più, se gli equilibri tra cacciatori, agricoltori ed ambientalisti, non siano troppo sbilanciati a favore dell’attività venatoria, a cui la legislazione demanda un compito che va ben al di là dell’attività sportiva.
Per questo l’Assessore ha richiamato i cacciatori ad un impegno straordinario.
Ed anche il presidente nazionale Coldiretti, ha fatto bene a prendere una posizione molto decisa. Infatti “gli indennizzi – sottolinea il presidente Marini – molte volte arrivano in ritardo e solitamente non coprono che la metà del danno economico subito dall’impresa, anche a causa dei guasti della malaburocrazia. Una situazione che riguarda le imprese agricole, ma anche la società e l’ambiente. Per chi opera nelle aree montane e svantaggiate non c’è più la sicurezza di poter proseguire l'attività agricola ma anche di circolare sulle strade o nelle vicinanze dei centri abitati. Occorre mettere in campo da subito una serie di soluzioni, dai piani straordinari di controllo, per garantire la selezione e il prelievo degli animali in soprannumero, all’accelerazione delle procedure di rimborso dei danni, coordinando in maniera più efficace i diversi enti che sovrintendono alla gestione del territorio. E – conclude Sergio Marini - serve mettere una volta per tutte in trasparenza un settore, quello della carne ottenuta dall’abbattimento dei selvatici, che a volte alimenta un’economia sommersa”.
 
 

 

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