9 Novembre 2008
Crisi dei cereali – semine a rischio
Crisi cereali: semine a rischio

I costi di produzione sono aumentati del 21% su base annua
In un mese il mais ha perso il 20 per cento del suo valore
 
Tra i tanti settori produttivi in crisi, ce ne uno dove la situazione è particolarmente drammatica: la cerealicoltura.
Anche nell’Astigiano c’è una forte sofferenza, disorientamento, e l’impossibilità di programmare le semine per la nuova campagna agraria.
“La situazione è veramente difficile – sottolinea Maurizio Soave, presidente Coldiretti Asti -, i costi produttivi su base annua sono aumentati del 21 per cento. I prezzi dei concimi, poi, hanno segnato un aumento record, dall’anno scorso sono cresciuti del 63 per cento.
Questo basterebbe per capire come la situazione non possa essere sostenibile economicamente, ma dobbiamo ancora aggiungere il dimezzamento del valore di mercato delle produzioni. I cereali valgono sempre meno, pensate che il mais nel solo mese di settembre ha perso il 20% del suo valore, attestandosi a soli 149 euro a tonnellata, e rispetto all’anno precedente vale il 36% in meno”.
Il record negativo spetta al grano duro, alla borsa merci di Bologna è quotato 0,23 euro al chilogrammo, rispetto a 0,50 euro al chilo di gennaio, con una riduzione del 54 per cento.
“Il rischio concreto - precisa Soave - è una forte riduzione delle semine e, di conseguenza, del prossimo raccolto di grano con effetti sulle scorte nazionali. Una situazione in linea con quanto sta avvenendo a livello internazionale, dove la Fao ha lanciato “l’allarme fame”: l’abbandono della coltivazione del grano, rischia di mettere in difficoltà miliardi di persone”.
In questa situazione, molte aziende cerealicole sono a rischio, in pratica lavorano in perdita. Chi non ha fatto investimenti in questi ultimi anni, sta valutando la riconversione produttiva, altri addirittura la chiusura dell’azienda.
Per chi deve ammortizzare gli investimenti, invece, è una vera tragedia.
 

 

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