29 Novembre 2008
Consuntivo dell’Annata Agraria 2007/2008

Sabato mattina, nell’ambito delle manifestazioni per la tradizionale Festa del Ringraziamento, presso la sede della Cantina Sociale di Mombercelli “Terre Astesane”,  Coldiretti Asti ha presentato il  “Consuntivo dell’Annata Agraria 2007-2008”.
Sono intervenuti il presidente regionale e provinciale Coldiretti, Giorgio Ferrero e Maurizio Soave, il direttore di Coldiretti Asti, Luigi Zepponi, i vertici della cantina cooperativa, la consigliere regionale, Angela Motta, il presidente della Camera di Commercio, Mario Sacco, l’assessore provinciale all’Agricoltura, Fulvio Brusa, numerosi altri rappresentanti delle istituzioni, operatori bancari, giornalisti e molti altri.
Luigi Franco, Capo Area Economica di Coldiretti Asti, ha illustrato nei dettagli i dati statistici raccolti ed elaborati al termine dell’annata agraria. Ne è emerso un quadro completo e ben articolato di quello che rimane saldamente, sia pure nella contingenza che caratterizza tutto il mondo produttivo locale e nazionale,  il settore portante  dell’economia provinciale.
Dal rapporto tra le imprese agricole con quelle degli altri settori (Fonte dati Infocamere) risulta infatti che le stesse costituiscono ben il 34% del totale, seguite da Artigianato (26%), Commercio (22%), Servizi (10%) e Industria (5%).
Le aziende agricole attive a giugno 2008 risultavano 8.599 contro  8.776, con un limitato calo giudicato “fisiologico”, essendo in massima parte dovuto all’invecchiamento degli addetti.
Se rapportato ad altri settori è  sostanzialmente positivo anche il dato occupazionale,  che registra 6.704 imprenditori agricoli contro i 6.961 dell’anno precedente e 4.267 lavoratori dipendenti rispetto a 4.613. Tenendo presente comunque che nel 2.002 erano solo 1.899,  risulta evidente la crescita in pochi anni dell’utilizzo di manodopera esterna. I “Buoni vendemmia”distribuiti quest’anno sono stati complessivamente in provincia di Asti 10.567 di cui 7.332  tramite Coldiretti.
L’agricoltura da sempre deve fare i conti con le condizioni climatiche e l’anno che volge al termine ha ancora una volta evidenziato un andamento scostante, monitorato con attenzione da Coldiretti, che è l’unica organizzazione ad offrire un quadro preciso, mese per mese, di un fattore determinante per i costi e le rese produttive delle coltivazioni.
Le anomalie climatiche in questi ultimi anni sono diventate una spina nel fianco per l’agricoltura, in particolare l’andamento della primavera 2008.
Il settore vitivinicolo, che è il più rilevante nell’Astigiano, ne ha sofferto parecchio in termini di spese per i trattamenti preventivi alle malattie della vite,  coincidenti purtroppo con un periodo già colpito da una pesante crisi economica generale. Fortunatamente un settembre ed un ottobre con clima favorevole, allungando il più possibile i tempi della vendemmia, ha consentito l’ottenimento di un prodotto di buona qualità, specialmente sui rossi tardivi come la Barbera, che da quest’anno è entrata a far parte della prestigiosa famiglia delle Denominazioni d’Origine Controllate e Garantite.
Inoltre, in previsione di una vendemmia scarsa, di giacenze limitate presso le cantine, unitamente agli ottimismi legati alle vendite di vini e spumanti come Moscato d’Asti e Asti, le quotazioni delle uve hanno spuntato cifre in rialzo rispetto alle ultime annate.
La superficie vitata  2008 nella provincia di Asti, stimata in 17.850 ettari (21% del totale superficie agricola), ne ha iscritti alle Doc e Docg 14.300 ovvero ben l’80%  del totale, rimane solo un 20% dedicato ai cosiddetti “vini da tavola”.  La produzione dell’anno in corso, rispetto ad una vendemmia media è inferiore del 25%, Non si possono ancora fare proiezioni certe in merito alle scelte vendemmiali, in quanto le decisioni che ogni viticoltore ha preso durante la vinificazione debbono essere convalidate dalle dichiarazioni che in questo periodo si stanno compilando.
Il dato rilevante è comunque che l’annata 2008  presenta una produzione stimata di 800.000 ettolitri tra vini Doc e da Tavola, contro i più di 1.600 del 2007.
Nell’ambito dei seminativi come frumento e orzo, le superfici dedicate a tali colture sono aumentate mediatamente rispetto alla campagna precedente del 10% (27,4 % della superficie agricola utilizzata), a scapito in particolare del girasole. Purtroppo l’annata si è rivelata negativa per la scarsa produzione e in qualche caso per la bassa qualità di partite di frumento tenero e duro. Stabili le superfici coltivate a mais, che ha invece consentito produzioni finali medio alte (90 ql./Ha) ed un buon livello si sanità del prodotto.
Il foraggio occupa il 16,6% della superficie agricola provinciale, boschi e pioppeti il 29%, piccoli invece i numeri per frutta (3,6%) e ortaggi (0,6%),  settori che comunque puntano ad un costante miglioramento qualitativo, un percorso in grado di offrire migliori prospettive di reddito, anche in presenza di produzioni quantitativamente limitate.
Segna il passo il settore zootecnico, con un leggero calo dell’allevamento  di bovini da carne ed i problemi nazionali del comparto suinicolo. Nell’astigiano si assiste ad una continua diminuzione del numero di allevamenti, pur mantenendo sostanzialmente invariato il numero complessivo di capi, ciò a significare un costante aumento delle dimensioni medie degli allevamenti. Il numero di aziende locali che producono latte bovino continua a diminuire, oggi si attesta a meno di 20 unità. Conseguenza del prezzo del latte alla stalla che ha subito una diminuzione ed una difficoltà ad arrivare ad una precisa definizione. Migliore la situazione dell’allevamento avicolo, per il quale l’annata 2008 sembra aver cancellato il periodo negativo dovuto all’influenza aviaria, consentendo l’ottenimento di quotazioni discrete, anche se l’aumento dei mangimi ha portato via buona parte dei margini di guadagno.
Per il settore corilicolo, che pure negli ultimi anni è cresciuto sensibilmente nel numero di ettari coinvolti,  l’annata è stata difficile e verrà ricordata come una delle più sofferte degli ultimi anni. Produttività scarsa per ettaro e prezzo basso di mercato. Rispetto al 2007 il prezzo medio di mercato al quintale di nocciole è sceso di oltre 70 € e la produttività è stata in alcuni casi ridotta del 30%..
Il ristagno dei consumi di piante e fiori ha messo in difficoltà anche il settore florovivaistico che per altro interessa soltanto 30-40 ettari di superficie agricola in provincia, di cui almeno il 40% in serra.
In difficoltà anche il settore apicoltura, che risente di una crisi di consumi generalizzata che coinvolge anche il miele e derivati. Attualmente in provincia sono attivi 200 apicoltori, di cui 100 professionali e 100 amatoriali (209 nel 2007), con un totale di 11.103 colonie dichiarate.

Al termine dell’esposizione dei dati sull’annata, sono stati proiettati due videofilmati su due importanti progetti concretizzati quest’anno da Coldiretti Asti per accorciare la filiera produttiva: uno riguardava la fornitura dei prodotti locali alla mensa delle scuole del Comune di Asti, per la realizzazione di 2.600 pasti giornalieri; l’altro la fornitura della mensa degli ospedali Cardinal Massaia di Asti e Santo Spirito di Nizza Monferrato, per la realizzazione di 1.500 pasti giornalieri.
Due esempi concreti di vendita diretta da parte dei produttori Coldiretti, consorziati sotto il marchio “Terre di Qualità”. Poter imporre il concetto di forniture a “chilometri zero” rappresenta la nuova frontiera per garantire la qualità ai consumatori e la giusta redditività agli imprenditori agricoli. Una recente statistica indica che quando il consumatore spende 1 € per un prodotto agricolo o agroalimentare al produttore vanno solo 17 centesimi. L’obbiettivo di Coldiretti è di aumentare la redditività all’agricoltore dal 17 al 25%. 

 

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi