30 Gennaio 2010
Al Piemonte ha fatto bene l’Ogm free

In questi giorni è tornato di attualità il dibattito sugli organismi geneticamente modificati. Una questione che fu sollevata per primi in Italia proprio dal Piemonte con il sequestro nel luglio del 2003 dei primissimi campi Ogm di mais.
La disputa vide fin da subito schierarsi la gran parte degli agricoltori piemontesi contro il transgenico, con gli stessi produttori che inconsapevolmente avevano utilizzato sementi a rischio “contaminazione” avviare una battaglia legale, supportata da Coldiretti Piemonte, contro l’impropria immissione sul mercato di sementi modificate geneticamente. Quella “battaglia” portò alla nascita di nuovi movimenti di pensiero a tutela della biodiversità che diedero, fra l’altro, anche impulso al “Patto fra produttori e consumatori” siglato da Coldiretti in cento piazze d’Italia. Iniziò così anche la riscoperta e la tutela di antiche varietà a rischio estinzione. Si ritrovarono e ne discussero, ad esempio, a Terra Madre gli agricoltori di tutti i continenti, fra cui i paesi più remoti dell’Africa dove gli Ogm avevano destabilizzato importanti equilibri naturali e sociali.  Nacquero anche i primi comuni antitransgenici, il primo fu proprio quello di Bubbio in provincia di Asti. Con molta fatica furono avviate le prime certificazioni “Ogm free”, per tutelare i consumatori e per rivitalizzare i mercati attanagliati dalla fobia della contaminazione divulgata da un dibattito scientifico sempre in difficoltà e, comunque, diviso fra favorevoli e contrari.
A più riprese l’Unione Europea è intervenuta regolamentando la materia, ma il dibattito è sempre rimasto aperto, più per la tentazione di sfruttare economicamente le nuove tecnologie che per reali novità scientifiche.
Comunque la si possa pensare, di certo, il Piemonte ha accelerato verso una politica di salvaguardia ambientale, di tutela del territorio e di valorizzazione delle tradizioni agricole e gastronomiche.
Il dibattito è anche stato riaperto dal più prestigioso quotidiano nazionale, attraverso un articolo sul Corriere della Sera On Line a cui è collegato il sondaggio “Siete favorevoli all’introduzione anche in Italia degli Ogm (organismi geneticamente modificati) in agricoltura?”.
3 mila e 700 lettori hanno già risposto alla domanda e il risultato vede il 63,3% dei votanti contrari all’introduzione in Italia degli organismi geneticamente modificati.
Chi volesse votare può collegarsi al seguente link:
http://www.corriere.it/appsSondaggi/pages/corriere/d_6599.jsp .

 

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi