12 Luglio 2009
Agrituristi e ristoratori dovrebbero puntare, insieme, sul turismo

In merito alle polemiche comparse nei giorni scorsi sulla  stampa locale, con una parte della ristorazione che ha coinvolto l’attività agrituristica, abbiamo raccolto l’opinione di Piera Viarengo, Presidente Provinciale di Terranostra, l’associazione che raggruppa gli agriturismi aderenti a Coldiretti. 
“Mi dispiace molto che con lettere pubblicate sui giornali si sollevino questioni che potrebbero essere prima dibattute tra le categorie su argomenti concreti, in modo certamente più costruttivo. Dispiace, soprattutto, per l’impressione data ai lettori. Le cose scritte rischiano di generalizzare e screditare una categoria di persone che lavora duramente, a testa bassa, che promuove il territorio con professionalità e passione.
In tempi difficili come questi, e lo sono anche per noi, è necessaria coesione e collaborazione e non certamente contrasti e polemiche di cui credo persino i lettori siano infastiditi. E' ora di voltar pagina, di adottare un nuovo modo di pensare e di agire.
La nostra realtà ha caratteristiche e sistemi completamente diversi dalla ristorazione commerciale. E' proprio la “diversità” il nostro punto di forza e ci auguriamo che la nuova legge, che stiamo attendendo da molto tempo e a cui cerchiamo di dare il nostro contributo come Consiglio Regionale di Terranostra, la salvaguardi”.
Eppure alcune prese di posizione parlano di “concorrenza sleale”:
dov’é la concorrenza? Forse sulle tasse da pagare allo Stato o sul numero di coperti negli agriturismi?
“Rilevate una riduzione di lavoro del 30% - continua la Presidente -.  Ma siete sicuri che siamo proprio noi a togliervi il pane considerato che:
-innanzitutto ci spartiamo una piccola fetta di pubblico; chi sceglie l'agriturismo non vuole la pizza e in genere non frequenta l'alta ristorazione;
-stando ai numeri pubblicati rappresentiamo in ogni caso solo il 12,4% della ristorazione complessiva;
-chi fa concorrenza sleale sono solo le poche aziende che non lavorano correttamente e con i soli posti eccedenti i 60.
Ci accusate di un diverso trattamento fiscale: le leggi le fa lo Stato e non fa sconti a nessuno. L’attività agrituristica è connessa all’attività agricola che ha una redditività bassa rispetto ad altri settori produttivi; di conseguenza l’imposizione fiscale è adeguata.
Tutto il settore agricolo sta attraversando un momento difficile in cui non sempre i ricavi riescono a coprire i costi e “viva Dio” se almeno l’attività agrituristica dà  buoni risultati.
Parlate di costi delle vostre strutture: la legge regionale che regola la nostra attività prevede l’utilizzo di case rurali non di nuova costruzione e quindi abbiamo dovuto adeguare le nostre strutture con ingenti opere di ristrutturazione.
Parlate di lavoro della vostra famiglia: nelle nostre aziende lavorano sovente tre generazioni (dai nonni ai nipoti) senza tenere conto delle tante ore di lavoro necessarie a coltivare e portare in tavola i nostri prodotti.
Forse per tutte queste ragioni riusciamo ad applicare prezzi tendenzialmente bassi come da tradizione contadina”.
E per il futuro?                                         
“Una volta chiarite le cose e fatta emergere la loro verità – conclude Piera Viarengo - siamo qui pronti a dialogare e a fare il primo passo nell'ottica della  collaborazione e della condivisione; una collaborazione che peraltro da parte nostra abbiamo già adottato da tempo ogni qual volta indirizziamo nei vostri ristoranti gli ospiti che pernottano nelle nostre strutture e che vogliono provare realtà diverse, oppure quando arrivano alla porta persone all'inizio della settimana quando siamo chiusi.
L'importante è non disperdere il lavoro, soprattutto quello che riguarda il turismo su cui tutti dovremmo puntare molto.
L'importante è valorizzare il nostro territorio di cui siamo molto orgogliosi; tocca a noi farlo crescere tutti insieme con il “buon lavoro”.
 
 
 

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