14 Aprile 2010
Agricoltura innovativa: le donne protagoniste

Nell’ambito degli incontri organizzati da Coldiretti per sviluppare il progetto per le imprese e per il Paese “Una Filiera Agricola tutta Italiana”, questa mattina, mercoledì 14 aprile, si è riunito il Coordinamento provinciale Donna Impresa Coldiretti Asti. La delegata provinciale, Paola Romanato, ha voluto promuovere il convegno dal titolo “Una filiera agricola tutta italiana: i mercati di Campagna Amica e la fornitura di prodotti locali alle mense del territorio” per fare incontrare le imprenditrici agricole con gli amministratori degli enti e delle mense pubbliche.
Moderato dal direttore provinciale Coldiretti Antonio Ciotta, il convegno ha analizzato nei dettagli  la fase di sviluppo dei mercati di “Campagna Amica” e le forniture dei prodotti locali alle mense del territorio. Coldiretti ritiene fondamentale il ruolo delle donne in questo ambito, perché negli anni hanno dimostrato un forte impegno e molta sensibilità nell’innovazione del mondo agricolo, diventandone spesso protagoniste, come ad esempio nella nascita e nello sviluppo degli agriturismo e delle fattorie didattiche.
Inoltre, va sottolineato, come le donne, in ambito familiare possano essere spesso il primo anello di congiunzione con il mondo della scuola, dalle materne alle superiori, con le case di riposo e di cura, assumendo un ruolo di preziose consigliere e collaboratrici per avvicinare l’agricoltura al settore della ristorazione collettiva.
A tal proposito, Michelangelo Pellegrino di Coldiretti Piemonte ha illustrato la bozza di capitolato di appalto per la gestione del servizio di ristorazione comunitaria, individuandone le caratteristiche destinate a coinvolgere sempre più nelle forniture le aziende agricole del territorio. Pellegrino ha anche parlato del rapporto spesso non facile da gestire con la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) per riuscire ad inserire i prodotti a Km 0. “Spesso la GDO – ha sottolineato tra l’altro Pellegrino –  quando introduce sui propri scaffali l’agroalimentare locale lo utilizza in seguito come prodotto “civetta” per attirare i consumatori, in ogni caso i rapporti con questo canale distributivo sono molto importanti e tutto sommato, nonostante l’iniziativa di contatto e collaborazione sia abbastanza recente, abbiamo raggiunto un fatturato di un milione di euro che è una buona base di partenza”.
Luigi Franco, responsabile economico Coldiretti Asti,  ha illustrato le fasi di attuazione dei Mercati di Campagna Amica, Aziende Agricole in vendita diretta, Aziende Agrituristiche, Punti vendita delle cooperative e l’importante novità riguardante i nuovi punti di distribuzione attraverso i Consorzi Agrari, aperti ai consumatori che potranno trovarvi l’offerta agroalimentare della filiera corta. Tutte queste iniziative concluderanno in autunno la fase di attuazione a livello nazionale e sono alla base del progetto per una Filiera Agricola tutta Italiana, destinato, come ha ricordato il presidente provinciale, Maurizio Soave, ad aumentare la redditività dei produttori agricoli e nel medesimo tempo a garantire i consumatori sulla salubrità ed origine dei cibi a prezzi comunque competitivi.
Luigi Franco ha poi ricordato il buon lavoro che sta svolgendo nell’Astigiano la cooperativa “Terre di Qualita”, che è entrata in modo non marginale nelle forniture della mensa dell’ospedale di Asti “Cardinal Massaia” ed in quelle scolastiche, fornendo quantitativi rilevanti di latte e latticini, carni bovine ed agricole, uova, ortofrutta. “Un bel passo avanti per l’economia agricola locale – ha sottolineato Franco – se pensiamo che fino a tre anni fa in pratica nessun prodotto agroalimentare locale entrava nel consumo delle mense territoriali”.
In conclusione dell’interessante convegno,  la responsabile nazionale Donne Impresa Coldiretti, Adriana Bucco, ha ribadito che: “il progetto di una Filiera agricola tutta italiana è importantissimo ed arriva al cuore della gente. Noi siamo nel G8 più che per la nostra potenzialità economica di piccola nazione, per la cultura che ci contraddistingue. Per questo possiamo definire sicuramente culturale questo progetto, perché ispirato in partenza dalla volontà di garantire il consumatore, proponendo e promuovendo una sana alimentazione e la sicura origine dei nostri prodotti agroalimentari”.

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