5 Luglio 2009
Aboliti gli standard minimi di qualità per la frutta e verdura

 Con il primo luglio è entrata in vigore l'abolizione degli standard minimi di qualità per la frutta e verdura, così come previsto dal Regolamento comunitario n.1221/2008. Ora si rischia di trovare in vendita prodotti di scarto a prezzi elevati, come se fossero di alta qualità. Lo denuncia Coldiretti insieme all’allarme per l’invasione di prodotto dall’estero di bassa qualità, le cui importazioni di frutta sono cresciute del 22 per cento nel primo trimestre dell’anno. 
In pratica sono stati aboliti dalla Commissione gli standard di vendita in Europa di 26 prodotti ortofrutticoli sui 36 esistenti. Vengono soppresse le regole sulla dimensione, il peso e la qualità di origine di alimenti come carciofi, melanzane, cavolfiori, cipolle,  asparagi, piselli, ma anche nocciole in guscio, albicocche, meloni, prugne e cocomeri che vengono assoggettati ad una generica definizione di merce sana, leale e mercantile, mentre nulla cambia per dieci prodotti ortofrutticoli ritenuti rappresentativi per il mercato. (mele, agrumi, pere, kiwi, insalate in genere, pesche e nettarine, fragole, peperoni, uva da tavola e pomodori).
I dati Istat parlano chiaramente, nonostante la grande varietà e qualità della produzione italiana, il nostro Paese è infatti il primo produttore Europeo di prodotti ortofrutticoli oltre che uno dei maggiori produttori a livello mondiale, il prodotto straniero soffoca quello nostrano.
“Il rischio – ha commentato il presidente Coldiretti Piemonte Paolo Rovellotti - è che i consumatori si ritrovino ad acquistare delle pere argentine o ciliegie spagnole marchiate con il tricolore. Questi inganni sono diventati ormai sempre più diffusi: Coldiretti ha recentemente presentato un esposto all’antitrust nei confronti della pubblicità di una nota catena di supermercati che nell’offerta promuoveva a prezzo vantaggioso pesche gialle dichiarate “italiane” ma che erano in realtà spagnole”.
“Pur esistendo l’obbligo di evidenziare all’interno dei punti vendita la provenienza dei prodotti - ha rilevato Bruno Rivarossa, direttore Coldiretti Piemonte - continuano a perpetuarsi questi inganni nei confronti dei cittadini. Una situazione inaccettabile, tanto più se si considera che nella produzione di questo frutto l’Italia è il primo produttore europeo, con una produzione complessiva di pesche e nettarine da consumo fresco di circa 1,5 milioni di tonnellate; solo in Piemonte si producono ogni anno 70.000 tonnellate di nettarine e 55 tonnellate di pesche. In questi giorni è cominciata anche nella nostra regione la raccolta delle varietà più precoci, destinate prevalentemente al consumo locale ma, già dalla metà di luglio, con un anticipo di 7/8 giorni rispetto allo scorso anno, saranno disponibili in buona quantità le principali varietà coltivate nella nostra regione. 
 
 
 

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