Anche questa settimana l’agroalimentare è apparso, con modalità negative, su tutti i giornali nazionali. La vicenda degli “splafonatori” di quote latte, fa segnare un ulteriore solco fra gli italiani onesti e una piccola “cricca” di approfittatori che si insinua, a quanto pare, anche fra le istituzioni, proponendo soluzioni legislative al di fuori del bene comune e contro la collettività. Allo stesso modo, una pendice alla questione delle mozzarelle blu ha coinvolto il nostro Piemonte. Erano in un ipermercato Auchan di Rivoli in provincia di Torino, le mozzarelle ufo. L’ennesimo attacco al made in Italy, questa volta arriva direttamente dai confini nazionali, in quanto le mozzarelle sarebbero realizzate dal colosso caseario Granarolo, società di proprietà della più grande cooperativa del settore lattiero caseario che dovrebbe avere come primo obiettivo la valorizzazione del latte prodotto nelle stalle italiane.
Come disse il presidente nazionale Coldiretti, Sergio Marini, all’assemblea nazionale di inizio mese, sono troppi quelli che mettono la nostra maglia (quella del made in Italy) e poi segnano nella nostra porta.
“Bisogna essere intransigenti – rileva Maurizio Soave, presidente Coldiretti Asti – occorre fare immediatamente chiarezza su quanto latte e derivati vengono importati, di quale provenienza, con quali marchi e prodotti vengano immessi sul mercato e su quali relazioni con la società tedesca Milchwerk Jager, responsabile della vicenda delle mozzarelle blu, abbia la Granarolo”.
Sempre Marini il 2 luglio aveva ammonito: Non c’è più posto per gli speculatori, vanno espulsi dal sistema, perché sono la nostra rovina. Noi abbiamo un progetto, quello della filiera agricola tutta italiana, è aperto a tutti, ma non a quelle grandi strutture cooperative che hanno vissuto con i soldi dell’agricoltura e poi invece di comprare le arance al sud vanno in Sudamerica; per questi chiediamo ai Nas di andare a controllare.
Il riferimento alle arance poteva sembrare distante dalla nostra realtà, ora il problema tocca il latte, un supermercato in Piemonte e una cooperativa del Nord. E’ giusto sapere dove è residente la famosa mucca Lola dello spot Granarolo.
Coldiretti, proprio con la mobilitazione alle frontiere del Brennero e del Frejus aveva messo in guardia i cittadini e le autorità di controllo sul fatto che molto latte proveniente dall’estero diventa italiano dopo la sua trasformazione. A fronte di 8 milioni di quintali di latte prodotti in Piemonte, ne vengono importati altrettanti anche sotto forma di cagliate. La mozzarella blu della Granarolo che ci ha imboniti per anni con la Mucca Lola ed il suo latte, evidenzia la necessità di indicare sulla confezione dei trasformati il paese d’origine del prodotto agroalimentare. Notoriamente la Granarolo indica sulle sue confezioni che il latte proviene da allevamenti italiani.
Nell’interesse dei consumatori, ma anche dei produttori, occorre chiarire al più presto se le notizie diffuse in questi giorni sono fondate. Per altro, proprio Coldiretti Piemonte solo pochi giorni prima aveva portato per la seconda volta la “Vera Mucca Lola” in piazza a Torino, con tanto di carta d’identità.