31 Luglio 2010
La nuova legge per DOC E DOCG

Sono state presentate dal Ministero per le Politiche Agricole le prime bozze dei decreti applicativi alla nuova Legge sulle Denominazioni di Origine e Indicazioni Geografiche dei vini.
Si avvia così l’iter di concertazione con le organizzazioni di categoria.
In questa prima fase l’attenzione si concentra sugli effetti dell’eliminazione delle competenze in capo alle Camere di Commercio per quanto riguarda la tenuta degli Albi e degli elenchi delle vigne idonei alla produzione di vini a DOC/DOCG.  I dati degli elenchi dovranno ora essere trasferiti nello schedario viticolo, gestito dalle Regioni e sulla base del fascicolo aziendale agricolo.
“Da una prima lettura - spiega Maurizio Soave, presidente provinciale e componente giunta Coldiretti Piemonte con delega al settore - appare evidente la non ancora completa coerenza dei testi predisposti con gli obiettivi di semplificazione richiesti da Coldiretti e fissati nel Decreto legislativo 61. In particolare, con questa prima fase di discussione, sono stati dibattuti lo schema di decreto relativo allo schedario viticolo e quello relativo ai controlli. Su quest’ultimo punto si rischia di esasperare oltre modo i produttori”.
Coldiretti ha già esposto alcune considerazioni per rendere i decreti armonici e consequenziali tra di loro. La semplificazione, per passare realmente dalle parole ai fatti, deve tener conto di coordinare le disposizioni contenute nel decreto applicativo relativo ai controlli con quello relativo alle modalità di trasferimento degli albi al nuovo schedario.
Un esempio chiaro è la misurazione delle superfici vitate: la superficie è già “validata” dalla amministrazione (Agea-Sian), e pertanto non dovrebbe essere oggetto di ripetuta verifica da parte dell’organismo di certificazione e controllo, come invece oggi è previsto.
L’applicazione dei controlli così come proposta, fino a che non saranno definiti tempi e modalità per il passaggio al nuovo sistema rischia di mettere i produttori in grosse difficoltà, aumentando e non semplificando gli adempimenti e generando incongruenze che potrebbero essere oggetto di pesanti sanzioni da parte dell’Icqrf.
Secondo Coldiretti la fase di allineamento dei dati da albo a schedario deve garantire la salvaguardia del potenziale produttivo aziendale e/o regionale e deve prevedere idonee disposizioni normative per salvaguardare i produttori relativamente agli atti amministrativi pregressi. Anche per le autorizzazioni all’impianto, occorre evitare perdita di potenziale produttivo in termini di superfici vitate o evidenziare superfici eccedenti rispetto a quelle in precedenza dichiarate e quindi ipotizzare la presenza di vigneti abusivi.
Per minimizzare le immancabili incongruenze nella fase di allineamento (superfici misurate con differenti metodiche), la proposta è di prevedere un appropriato meccanismo di compensazione su base aziendale, superando l’isolata particella.
“Data l’esiguità dei tempi a disposizione da qui alla prossima vendemmia – rileva Maurizio Soave - auspichiamo la stesura di norme transitorie sia in tema di schedario e di rivendicazioni,  che in tema di controlli. Intanto per i vini a IGT tutto già slitta al 2011.
Sul tema dei controlli - conclude Soave - Coldiretti mantiene ferma la sua posizione: consentire ad ogni impresa di poter scegliere singolarmente il soggetto incaricato tra i vari autorizzati dal Ministero ed accreditati secondo le recenti disposizioni europee. Si assicurerà, così facendo, la giusta competizione che porterà a migliorare l’efficacia e l’efficienza operativa degli stessi soggetti, consentirà di rivedere con più obiettività l’attuale ridondante piano, potrà disinnescare le tensioni scaturite negli ultimi tempi, superando anche le critiche legate ai principi di libera concorrenza o antitrust che già in precedenza su questo tema si sono lette. Appare inoltre non rimandabile il coordinamento tra i già numerosi organismi deputati al controllo per evitare dispersioni e ripetizioni inutili”.

 

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