Domenica 21 settembre: Talk di Coldiretti Asti nell’ambito della Douja d’Or
Il consiglio del professor Calabrese: 500 grammi a settimana
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Proteine, vitamine e minerali. Selezione, sostenibilità ambientale e benessere animale. Questi, i caratteri salienti della Razza Piemontese che, dal punto di vista alimentare, ben si colloca nella piramide della Dieta Mediterranea, già riconosciuta Patrimonio Unesco, così come nella Cucina Italiana, candidata a Patrimonio dell’Umanità.
Se n’è parlato domenica 21 settembre in piazza San Secondo, per iniziativa della Coldiretti di Asti, in un talk organizzato nell’ambito della Douja d’Or, con ospite speciale il nutrizionista clinico e medico dietologo professor Giorgio Calabrese.
Ai preconcetti e alla fake news Coldiretti Asti ha deciso di rispondere con elementi scientifici alla mano, a difesa di uno dei prodotti chiave della dieta mediterranea, per l’elevato apporto di proteine, vitamine e minerali, oltre che per il basso contenuto di colesterolo e di grassi, ma anche a tutela di una Razza le cui origini risalgono al Paleolitico e che, nel tempo, è giunta a vantare protocolli di selezione tali da definirne un vero e proprio pedigree.
La Razza Piemontese, così come altre eccellenze della tradizione italiana, offre una pienezza sensoriale che passa dalla vista e dall’olfatto prima di raggiungere il gusto. “Della Razza Piemontese si possono apprezzare il colore rosso vivo, il profumo di latte, burro e nocciola, che si ritrovano al palato, rilasciando un appagamento di gusto pieno e retrogusto persistente” ha commentato la cuoca contadina e titolare di agriturismo, nonché presidente di Terranostra Giovanna Soligo. “La carne di Fassona, inoltre, è particolarmente versatile nella preparazione e nella cottura, a partire dalla battuta cruda con il taglio coppa, quindi, l’anteriore della mezzena che, con appena un filo d’olio, consente la sua massima espressione organolettica, mentre il quarto posteriore è ideale per i bolliti e gli arrosti, in particolare, per gli stracotti, cucinati con i grandi vini astigiani e piemontesi. L’allevamento collegato all’agriturismo, poi, ci consente uno story telling puntuale e autorevole che i nostri commensali apprezzano moltissimo”.
Per rafforzare il valore della Razza Piemontese, dal punto di vista non solo storico culturale, c’è l’impegno di Coldiretti, Anaborapi e Coalvi nell’introdurre la tracciabilità nella ristorazione. “Il tavolo congiunto ha portato alla presentazione di una proposta di legge per ottenere l’etichettatura chiara sul canale ho.re.ca.” ha spiegato Andrea Rabino, allevatore, presidente Anaborapi e vice presidente Coldiretti Asti. “Allevare la Razza Piemontese significa rispettare protocolli molto restrittivi e rigorosi, che consentono garanzie etiche e di processo, nel rispetto del benessere animale, della sostenibilità ambientale e a tutela del consumatore. Ne otteniamo Certificazioni di prim’ordine che, purtroppo, si perdono alla tavola dell’ho.re.ca., ai danni degli allevatori e del consumatore finale. Per evitare questo, abbiamo richiesto che i menu ricomprendano i seguenti dati: nato, allevato, macellato e razza”.
Anche rispetto all’inquinamento ambientale, occorre fare chiarezza. “Tutte le attività antropiche impattano sull’ambiente, ma non tutte nello stesso modo” ha chiarito Rabino. “Due anni fa, l’Università di Torino e Coalvi hanno portato a termine uno studio, durato 15 mesi, sui processi di lavorazione che ruotano intorno all’allevamento. Ne è emerso che gli allevamenti di Razza Piemontese, nella quasi totalità, a ciclo chiuso e/o allo stato brado e/o semibrado (pascoli), contengono l’emissione della Co2. Il risultato è stato: carbon negative. Altro aspetto molto importante è riferito al consumo di acqua. Dei 15mila litri di acqua necessari per produrre un kg di carne, 14 mila litri derivano dalle precipitazioni idriche (green), 550 litri sono per smaltire i reflui (grigie) e 450 litri sono blu, in parte prelevati dai pozzi o da vasche di raccolta”.
A parlare dell’apporto nutrizionale è stato il professor Calabrese: “le proteine animali apportano ben 3 aminoacidi in più rispetto a quelle vegetali. Rappresentano un ottimale apporto di Vitamina B12, fondamentale per evitare anemie, aiutare le ossa, il sistema nervoso e l’equilibrio ormonale. Lo stesso vale per l’Acido folico. Certamente, ci sono anche i farmaci che possono, in parte, contribuire a compensare il fabbisogno (integratori), ma dobbiamo capire da che parte vogliamo stare: quella naturale o quella farmacologica? Ogni giorno occorre mangiare la giusta dose di proteine (uova, formaggi, carni rosse e bianche). Di carni rosse ne possiamo consumare 500 grammi a settimana. Il lavoro onesto, religioso e rigoroso che portano avanti gli allevatori di Razza Piemontese, le cui carni contengono 45ml di colesterolo (meno del pesce) e il 50% di grassi in meno, soprattutto, saturi, consente a noi clinici, scienziati e medici di dire: - mangiate meglio, meno e più spesso; con i cibi buoni, sani ed etici si vive meglio, aggiungendo vita ai giorni”.
“Il comparto zootecnico conta sull’astigiano 269 allevamenti di Razza Piemontese e 16.500 capi, di cui 7.800 fattrici” ha ricordato la Presidente Coldiretti Asti Monica Monticone. “Un dato che, dopo la contrattura degli ultimi 4 anni, ora si sta assestando. L’impegno di Coldiretti Asti nella valorizzazione e tutela della Razza Piemontese è costante e si esplica attraverso i Mercati Contadini di Campagna Amica, le Agrimacellerie e i pacchi famiglia, proprio, per promuovere la filiera corta e il dialogo diretto col produttore. A queste iniziative si aggiungono le attività di informazione scientifica che, periodicamente, ci garantisce il professor Calabrese”.
Altro fronte su cui Coldiretti Asti sta facendo grandemente la sua parte è la raccolta firme per ottenere l’origine in etichetta sugli alimenti, di cui alla legge europea di iniziativa popolare. “Ad oggi abbiamo raccolto firme che corrispondono all’oltre 50% della popolazione di Asti” ha concluso e apprezzato il Direttore Giovanni Rosso.
Presenti, anche, l’assessore comunale all’agricoltura Riccardo Origlia, il direttore dell’Atl Langhe Monferrato Roero Bruno Bertero e Filippo Mobrici per il Consorzio della Barbera d’Asti e vini del Monferrato, mentre gli abbinamenti vino-cibo sono stati affidati agli studenti dell’Agenzia di Formazione Professionale Colline Astigiane di Agliano Terme.