Passa alla Camera il Decreto Agricoltura approvato dal Senato
Il problema sarà risolto quando ci saranno solo più 3 cinghiali a km2
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Sono stati centinaia gli agricoltori della Coldiretti astigiana che, tra le migliaia provenienti dall’intera regione, giovedì 4 luglio hanno concorso a disegnare il lungo corteo di bandiere, cartelli, striscioni e trattori giunto in piazza Piemonte, ai piedi del grattacelo regionale, per dire “Basta Cinghiali!”.
Un “basta” netto, deciso e diretto alla causa di mancati raccolti, campi devastati, economie compromesse e sicurezza, anche stradale, minacciata. Agli ingenti danni all’agricoltura, infatti, si aggiungono “le tragedie della strada causate dalla fauna selvatica che, solamente nella Città Metropolitana di Torino, superano le 250 all’anno” hanno commentato i referenti dell’Associazione Famigliari Vittime della Strada.
A richiamare l’attenzione su provvedimenti concreti e subitanei è stata
la presidente regionale Coldiretti Cristina Brizzolari: “fin quando non raggiungeremo l’obiettivo di 60mila abbattimenti, non ci fermeremo”.
La mobilitazione era stata preceduta da un incontro tra i vertici della Coldiretti e il Governatore Alberto Cirio, l’Assessore regionale all’Agricoltura, ai cinghiali e alla PSA Paolo Bongiovanni e i funzionari regionali di riferimento.
“Abbiamo chiesto che, attraverso semplici provvedimenti di giunta e presidenziali, si agisca concretamente” ha detto il delegato Confederale Bruno Rivarossa. In particolare, è stato chiesto di: “rafforzare le misure e azioni per il depopolamento dei cinghiali, rendendo attuative le disposizioni straordinarie, per tutelare distretti suinicoli; consentire, sull’intero territorio regionale, l’attivazione degli interventi urgenti e inderogabili attraverso procedure uniformi; autorizzare la possibilità di interventi in autodifesa da parte degli imprenditori agricoli, anche, nelle aree protette; permettere la caccia di selezione anche nelle ore notturne. Le aspettative del mondo agricolo sono tante e alte, ma ora, dopo aver lungamento ascoltato e dopo esserci organizzati in mobilitazione, ci aspettiamo cambiamenti concreti, affinché l’agricoltura possa continuare ad esistere e affinché non venga meno la fiducia degli agricoltori in chi li rappresenta e nelle istituzioni”.
Così, è seguito l’intervento, lungamente applaudito, ed incitato dalla piazza, del presidente della Coldiretti Asti e componente di giunta della Coldiretti regionale Monica Monticone: “la provincia di Asti è formata da 117 Comuni a forte vocazione agricola, che contano migliaia di aziende caratterizzate da una biodiversità incredibile. Sono piccoli e medi agricoltori, allevatori, agriturismi, vignaioli, cerealicoltori e corilicoltori; un patrimonio e un territorio incredibili che meritano di essere protetti e di difesi. Ne abbiamo abbastanza!” ha rimarcato a gran voce; “i cinghiali non devono più far parte delle nostre preoccupazioni. Non possiamo permettere che la fauna selvatica segni l’epilogo di storiche, giovani e promettenti aziende agricole, quindi, l’abbandono di colture, territori e borghi. Il piano del 27 maggio deve partire subito. Occorrono decreti attuativi per andare avanti e servono le celle di smaltimento sui territori, in modo che non ci siano più giustificazioni”.
La voce è poi passata al rappresentante dei giovani, altresì delegato del movimento Giovani Impresa Asti, Alessandro Caruso. “I giovani hanno fortemente investito in agricoltura. Senza provvedimenti urgenti che invertano l’andamento, si rischia la chiusura di stalle a aziende agricole. Come possiamo rappresentare il futuro dell’agricoltura, se vengono meno i presupposti per costruirlo?”.
Presente anche il Direttore Coldiretti Asti Giovanni Rosso con numeri alla mano. “Nel 2022 i danni provocati dalla fauna selvatica nell’astigiano sono ammontati a circa 600mila euro complessivi, tra la zona Atc 1 e Atc 2, quindi, nord e sud. Nel 2023, i danni sono diminuiti nella zona nord, dove ci sono state azioni coordinate, continuative e concrete. Questo, per ribadire che il problema non è impossibile da risolvere, ma occorre affrontarlo senza se e senza ma”.
La parola, così, è passata al neo Assessore regionale Bongiovanni che, da subito, si è ingraziato gli astanti ricordando le sue origini agricole, il forte legame con la Coldiretti e la volontà a ripartire proprio dagli agricoltori, per il lavoro da mettere a terra, contando su ben 407 funzionari, distribuiti su 5 piani del grattacelo di piazza Piemonte.
“Abbiamo grandi potenzialità e soldi da distribuire meglio. Miglioreremo anche il Psr. Rispetto all’annoso problema della fauna selvatica, da assessore, non voglio perdere un capo suino da allevamento; altrimenti mi dimetto. Le cose non basta dirle, occorre farle”.
Poi, l’annuncio di misure concrete, che sono risultate musica per le orecchie degli agricoltori.
“Oggi, al Senato è stato approvato il Decreto Agricoltura, che il Ministro Francesco Lollobrigida porterà alla Camera la prossima settimana. Quattro gli interventi d’interesse: prolungamento di un mese di caccia del calendario venatorio; caccia di selezione notturna estesa alla mezzanotte; distaccamento di 177 militari per il contenimento dei cinghiali, i quali, previa formazione, potranno intervenire sui territori d’interesse. Se ad ottobre la situazione non sarà migliorata, chiederò che vengano assegnati al Piemonte. Inoltre, occorre garantire poteri straordinari al Commissario, affinché possa essere più incisivo e andare in deroga a certi ordinamenti per favorire il contenimento. Occorre garantire zone franche di 15 chilometri, in prossimità dei distretti suinicoli. A livello regionale, abbiamo definito un nuovo strumento che, mettendo di concerto agricoltura, caccia, sanità e parchi, lavori sulla peste suina e sul contenimento dei cinghiali. In ultimo, nei parchi, che sono veri e propri serbatoi in cui proliferano i cinghiali, occorrono abbattimenti selettivi e, previ costanti monitoraggi, occorrono risposte concrete prima che cominci la stagione di caccia. Occorre intervenire in modo drastico. Il problema sarà risolto quando ci saranno solo più tre cinghiali per chilometro quadrato”.