29 Gennaio 2008
La mensa della salute

Sta facendo parlare tutta l’Italia, si tratta di una vera e propria rivoluzione, quella messa in atto all’Ospedale Cardinal Massaia dall’Asl 19 di Asti.
Da alcuni giorni il menù dei degenti è stato completamente rivisto e ora vengono proposti esclusivamente piatti con i prodotti tipici.
Carne di Razza Piemontese, Robiole, latte fresco appena munto, formaggi Dop, polli ruspanti, tutti prodotti locali a chilometri zero.
Un’iniziativa che ha visto la direzione generale dell’Asl svolgere un lungo lavoro di indagine e predisporre le nuove forniture con una ricerca meticolosa dell’effettiva qualità dei prodotti acquistati. “E’ stato un lavoro molto faticoso – ha dichiarato il direttore generale dell’Asl 19 di Asti, Luigi Robino – pianificato sugli intendimenti della Regione Piemonte, precorrendo in pratica i tempi sul concetto di filiera corta. In pratica sono stati completamente rivisti tutti i bandi per l’acquisto dei prodotti: non ci siamo più basati sul risparmio economico proposto dai fornitori, ma sulla qualità intrinseca dei prodotti”.
E’ così che i pazienti possono ora apprezzare piatti come la carne cruda di razza bovina Piemontese, il pollo Tonchese allevato liberamente sulle colline del Monferrato, la robiola di Roccaverano, il latte fresco munto di giornata, formaggi, insaccati e verdure Dop e Pat. “La nostra cucina – sottolinea la coordinatrice della mensa per il progetto qualità dell’Asl, Giovanna Ruo Berchera – lavora ora prodotti esclusivamente freschi, abbiamo eliminato tutti i surgelati e i precotti”.
Anche Coldiretti Asti ha contribuito fattivamente alla rivoluzione avviata dall’Asl. “Abbiamo collaborato – sottolinea il presidente provinciale e regionale, Giorgio Ferrero – e siamo molto soddisfatti perché oggi vediamo affermarsi i concetti che per anni abbiamo predicato: la filiera corta, gli acquisti direttamente dai produttori, i prodotti di qualità e la garanzia dell’origine. Da apprezzare poi il contributo dato dall’Asl all’economia locale ed anche all’ambiente per gli approvvigionamenti a chilometro zero”. Fra i fornitori sollecitati da Coldiretti nell’intraprendere la via della fornitura diretta all’Asl, ci sono ora il Consorzio Terre di Qualità, con il marchio territoriale etico “Equaliter”, con le uova e i formaggi Dop, l’azienda agricola “San Desiderio” di Monastero Bormida con la carne di razza bovina Piemontese, l’azienda agricola “Il Tonchese” con le carni avicole di Tonco, l’Agrilatteria “Del Pianalto” con latte e latticini di Valfenera, i produttori del Consorzio Robiola di Roccaverano.
Fra i più convinti promotori della rivoluzionaria iniziativa c’è    il settore di dietologia dell’Asl 19: “Siamo partiti dalla convinzione che la salute dei degenti inizia con una sana alimentazione – sottolinea il primario di dietologia, Maria Luisa Amerio -. Dobbiamo ringraziare tutti coloro che ci hanno creduto, il nostro obbiettivo è quello di ridurre al minimo i giorni di degenza degli ammalati e grazie a una corretta alimentazione stiamo dimostrando che questo si può fare”.
Il progetto di ristorazione dell’Asl astigiana, in pratica, è un modello a cui stanno guardando con molto interesse molte altre aziende sanitarie, un esempio da seguire, non solo per la salute dei malati, ma anche per le casse delle strutture pubbliche. Il ragionamento è questo, sottolinea Luigi Robino: “Un giorno in più di degenza costa fino a 600 euro, un pasto incide per 3 euro. Anche se l’approvvigionamento dei prodotti di qualità è più oneroso, i costi complessivi delle Asl possono essere ridotti drasticamente”.
Per questi motivi, la rivoluzione attuata dall’Ospedale Cardinal Massaia di Asti sta facendo parlare tutta l’Italia e presto dovrebbe essere regolamentata sulla base di direttive europee ed applicata da tutte le aziende sanitarie locali.

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