Il caro gasolio si fa sentire negativamente anche sull’agricoltura astigiana.
Il fenomeno sta facendo lievitare i costo di lavorazione ed anche i viticoltori sono obbligati ad un maggior numero di trattamenti antiperonosporici a causa delle abbondanti piogge.
In un anno, il prezzo del gasolio per l’agricoltura è aumentato del 40%, passando da 63 a 90 centesimi. L’anno passato in provincia di Asti si sono consumati 25 milioni di litri di gasolio “blu”, quello riservato solo alle lavorazioni agricole; il prezzo del gasolio normale è di 1 euro e 55 centesimi. Una situazione preoccupante dunque, che ha anche contribuito a spingere la Provincia di Asti ad avviare la richiesta dello stato di calamità naturale per i danni causati dai forti nubifragi che ormai da oltre un mese interessano l’Astigiano. Molte colture sono ormai compromesse e difficilmente si otterrà uno stato di maturazione adeguato alle esigenze di mercato.
In pratica il prezzo del gasolio alla pompa ha superato quello della pasta al dettaglio per effetto dei rincari record che si sono verificati nell'ultimo anno.
Il costo di produzione degli alimenti nelle imprese agricole fa segnare un aumento del 9 per cento a causa dei rincari delle materie prime e del petrolio, che rischiano di provocare un effetto valanga sui prezzi al consumo con l'86 per cento delle merci che in Italia viaggia su strada.
E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Ismea relativi a maggio 2008, svolta in occasione del nuovo record fatto segnare dalla benzina.
Per l'attività di allevamento, i costi sono aumentati del 13 per cento, con punte del 15 per cento per i bovini, mentre per le coltivazioni gli oneri sono cresciuti per grano e riso dell'11 per cento e del 12 per cento per il mais.
Tra i costi di produzione che hanno subito maggiori rincari ci sono i fertilizzanti (+ 33,8 per cento), i mangimi (+ 21,3 per cento) e i prodotti energetici (+6,9 per cento) con i carburanti al 7,1 per cento. Nelle campagne il gasolio ha sostituito quasi completamente la benzina nell'alimentazione dei trattori e dei mezzi meccanici.
A subire gli effetti del caro prezzi è l'intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica incidono dal 30 al 35 per cento per frutta e verdura e assorbono in media un quarto del atturato delle imprese del settore.
Il record del petrolio spinge verso l'alto i costi di produzione degli alimenti che fanno segnare un aumento medio del 8,8 per cento per effetto dell’aumento di energia, fertilizzanti e mangimi per l’alimentazione degli animali.
Nell’evidenziare gli effetti a valanga provocati dal caro petrolio: le attività più colpite risultano essere l’allevamento e la coltivazione dei cereali come grano, mais e riso per le quali si è verificata un’impennata tale da mettere a rischio la stabilità sociale e lo sviluppo economico del Paese.
A questi aumenti si aggiungono quelli provocati dall’incremento nei costi di trasporto con l'86 per cento delle merci che in Italia viaggia su strada che con i costi della logistica assorbono in media un quarto del fatturato delle imprese agroalimentari. “Anche e proprio per questi motivi – affermano il presidente e il direttore della Coldiretti Piemonte Giorgio Ferrero e Bruno Rivarossa – Coldiretti continua la sua sensibilizzazione verso il consumo dei prodotti locali, a “Km.0”, un modo per valorizzare il territorio e ridurre immissioni di CO2 nell’ambiente”.
14 Giugno 2008
IL PREZZO DEL GASOLIO HA SUPERATO QUELLO DELLA PASTA