Alta l’attesa per conoscere la lista dei prodotti/beni “strategici”
Ancora buio fitto sul vino, colonna portante dell’export di bandiera
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Migliorativo l’accordo sul tetto massimo del 15% dei dazi relativamente alle esportazioni verso il mercato a stelle e strisce (rispetto all’annunciato 30%), così come, confortevole lo 0% su alcune categorie di prodotti/beni definiti “strategici”, tra cui, pare prefigurarsi l’agroalimentare, sebbene, per la lista puntuale occorrerà ancora attendere qualche settimana. In particolare, è alta l’attesa su quelle che saranno le sorti del vino e suoi derivati. In previsione, tuttavia, occorrerà mettere in campo azioni compensative a livello europeo a favore delle filiere maggiormente penalizzante, anche, alla luce della svalutazione del dollaro.
“Il quadro normativo definito, in occasione del recente incontro scozzese tra il presidente degli States Donald Trump e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, non prevede i dettagli, particolarmente attesi, dal comparto agricolo, soprattutto, non parla di vino, colonna portante dell’economia agricola italiana e anche astigiana” commenta la Presidente Coldiretti Asti Monica Monticone. “A corredo dei dettagli che emergeranno, inoltre, resta l’auspicio che le cooperazioni vadano anche nella fondamentale direzione della sicurezza economica e della salute dei consumatori”.
“Gli Stati Uniti restano un mercato fondamentale per l’export enoico, pertanto, l’azione europea dovrà muoversi sia sul fronte del riconoscimento del vino come prodotto “strategico” sia sulla tutela del Made in Italy, quale produzione di qualità e garanzia sull’origine, sui processi di lavorazione in osservanza alle ferree leggi italiane/europee e sull’etica di produzione, incluso il rispetto dei diritti dei lavoratori” aggiunge il Direttore Coldiretti Asti Giovanni Rosso. “Parimenti, occorre tenere alta l’attenzione sul – principio di reciprocità –, sulla trasparenza/origine dei prodotti e sul contrasto all’Italian sounding”.
“Parallelamente ai negoziati in corso, le azioni da mettere in campo dovranno tenere inevitabilmente conto dei mutati scenari internazionali e, allo stesso modo, dei mutati gusti e delle rinnovate sensibilità e attenzioni alla sostenibilità ambientale/sociale da parte dei consumatori” conclude la Presidente Monticone. “Insieme, si dovrà lavorare investendo su nuovi paradigmi di visione/azione, ricorrendo anche alle compensazioni europee sulla filiera. Nel frattempo, il mondo enoico astigiano continuerà a produrre accrescendone qualità e prestigio affinché la domanda d’oltreoceano esploda costringendo le parti ad una rinnovata discussione, che non potrà prescindere dalle valenze di autenticità/qualità intrinseche alle produzioni italiane”.