25 Maggio 2008
I CINGHIALI ESASPERANO IL MONDO AGRICOLO

E’ sempre e ancor più emergenza cinghiali. I produttori agricoli sono esasperati: troppi danni alle colture e mai nessuna prospettiva di interventi decisivi per risolvere il problema.
L’agricoltura appare gravemente compromessa. Sono in aumento gli incidenti stradali, il cinghiale è un potenziale veicolo per la diffusione di tante malattie tra cui la trichinella (malattia che colpisce la specie suina), la Regione Piemonte non è più in condizione di erogare i fondi utili agli ATC (gli Ambiti Territoriali di Caccia deputati al risarcimento) per fronteggiare i danni.
Secondo uno studio di EURISPES (l’Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali, senza fini di lucro), gli ungulati presenti in Italia, sono attualmente circa 80.000, pari ad oltre un terzo degli ungulati presenti in Europa.
Secondo Coldiretti, all’incontro era presente il presidente provinciale, Maurizio Soave, questi dati confermano le preoccupazioni più volte manifestate dall’Organizzazione. In pratica, ne deriva il fatto che oltre il 30% dei cinghiali presenti in Italia è concentrato in Piemonte, il che equivarrebbe ad oltre il 10-12% dei cinghiali di tutta Europa.
L’argomento è stato affrontato giovedì in Provincia, in una riunione convocata dall'assessore all'Agricoltura, Caccia e Pesca, Fulvio Brusa, a cui hanno preso parte i dirigenti Coldiretti e delle altre organizzazioni professionali agricole, delle associazioni venatorie e degli ambiti territoriali di caccia dove sono rappresentanti anche gli ambientalisti e gli enti locali.
Coldiretti ha evidenziato come appare evidente che le misure adottate in questi anni non siano sufficienti a garantire le condizioni minime di vivibilità sul territorio astigiano e si potrebbero creare, conseguentemente, pesanti reazioni e  ripercussioni da parte dei conduttori dei fondi,  legate al clima di esasperazione e al malcontento sempre più diffuso che si registra tra i produttori e gli allevatori. Una attenta valutazione deve riguardare l’organizzazione delle squadre per il controllo della specie, la ridefinizione delle aree assegnate o addirittura l’abolizione delle zone, con la conseguente liberalizzazione del territorio, per consentire la libera caccia alle squadre non assegnatarie, senza ulteriori vincoli.
Tra le iniziative di controllo Coldiretti ritiene non procrastinabile l’adozione di idonei sistemi di identificazione individuali degli ungulati che vengono allevati  in provincia, affinché possano essere riconosciuti in qualsiasi momento, al fine di evitare qualsiasi forma di immissione clandestina a scopo ripopolamento.
“Il problema è delicato - ha chiarito l'Assessore Brusa - in quanto non si tratta soltanto di limitare la proliferazione di cinghiali, che restano senz'altro l'emergenza prioritaria, ma anche di controllare la diffusione di ghiri, minilepri, corvidi, nutrie e tutti quei selvatici che arrecano danni sempre più rilevanti alle coltivazioni agricole. Prendo atto con favore del clima costruttivo che si è instaurato, con i rappresentanti dei cacciatori che hanno offerto la loro disponibilità a collaborare, dichiarandosi pronti a definire, insieme ai dirigenti del mondo agricolo e alla Provincia, un percorso che consenta una gestione condivisa del problema.
Lavoreremo - ha concluso l'Assessore Brusa - per operare uno snellimento burocratico che consenta di mettere i cacciatori in condizioni di intervenire prontamente per gli abbattimenti selettivi”.
L’Assessore ha quindi istituito un tavolo di coordinamento in Provincia, è già previsto un nuovo incontro entro il mese di giugno”.
 
 

 

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