Nel giorno dell’inaugurazione della “Douja dOr”, la manifestazione che più di ogni altra esalta l’alta qualità dei vini, mentre ci si interroga sulle difficoltà del prodotto principale dell’Astigiano, la Barbera, Coldiretti Asti punta decisa ad un rilancio con una richiesta concreta alla Regione Piemonte: “l’emanazione di un provvedimento urgente di abbassamento della resa ad ettaro a 75 quintali per le uve Barbera d’Asti DOCG e a 85 quintali per le Barbera del Monferrato Superiore DOCG”.
A pochi giorni dalla vendemmia, tale decisione potrebbe contribuire all’affermazione della denominazione garantita in vigore proprio da questa nuova annata vitivinicola, con una decisa sferzata verso la trasparenza e l’alta qualità.
“La proposta – sottolinea Maurizio Soave, presidente Coldiretti Asti - è venuta direttamente dai nostri produttori, nel corso della riunione della Consulta vitivinicola provinciale di mercoledì scorso”.
Il ragionamento fatto dalla Consulta Vitivinicola di Coldiretti Asti è molto semplice. In questo periodo di congiuntura negativa della Barbera, è necessario dare un chiaro segnale di trasparenza che possa accrescere l’immagine del prodotto. Le rese produttive dell’imminente vendemmia si preannunciano piuttosto basse. L’andamento climatico stagionale, con molte piogge e poco sole, ha provocato una riduzione quantitativa delle uve. Certificare con un provvedimento istituzionale la riduzione della resa produttiva della Barbera Docg, può essere un segnale significativo della serietà con cui la filiera persegue l’obbiettivo dell’alta qualità.
Per altro la Consulta vitivinicola di Coldiretti Asti, formata da un’ampia rappresentanza della filiera, sia nell’ambito della produzione, con le migliaia di associati conferenti alle cantine sociali dell’Astigiano, sia nella fase di trasformazione, vinificazione, affinamento e commercializzazione, con la vendita diretta, al dettaglio, alla grande distribuzione, alle enoteche e alla ristorazione, è in possesso di tutti gli indicatori economici e di mercato per tracciare la via del rilancio di questo importante vino.
“Sì – conferma Maurizio Soave – la proposta di abbassare la resa produttiva è stata accolta all’unanimità. Anche perché la base della filiera sta facendo molti sacrifici per rendere inattaccabile la serietà dell’intero comparto produttivo. La fascetta, i tanti controlli e i provvedimenti burocratici per certificare la qualità della Barbera Docg, sono un onere non ripagato dal valore delle uve e del vino che continua a rilevare preoccupanti giacenze. Tanto vale, dunque, andare fino in fondo e certificare anche la riduzione della resa produttiva”.
La proposta di Coldiretti Asti rappresenta dunque l’ennesimo sforzo per elevare ulteriormente la qualità della Barbera e accrescere conseguentemente l’intera immagine di questo vino invidiato da molte altre zone vitivinicole mondiali.
La chiusa del documento, stilato mercoledì dalla Consulta Vitivinicola di Coldiretti Asti da presentare all’assessore regionale all’Agricoltura, recita: “Consideriamo tale provvedimento urgente e indifferibile per tutelare il reddito dei viticoltori e l’immagine della DOCG e dell’intero settore vitivinicolo piemontese”.
14 Settembre 2008
DOCG BARBERA D’ASTI:riduzione della resa a 75 quintali