5 Febbraio 2008
Da dove arrivano la carni di maiale e coniglio?

Centinaia di cittadini hanno già firmato per sostenere la Coldiretti nella battaglia per ottenere l’etichettatura trasparente per le carni di suino e di coniglio.
Una nuova iniziativa, promossa da Coldiretti e partita dal Piemonte, con un’imponente manifestazione che ha portato maiali e conigli, domenica scorsa, nel centro storico del capoluogo Subalpino.
Obiettivo sensibilizzare il consumatore sull’importanza di sapere cosa arriva ogni giorno sulla sua tavola e il diritto alla rintracciabilità anche per due settori in evidente crisi come quella che sta coinvolgendo i settori suinicolo e cunicolo. 
L’inflazione sale anche per effetto della moltiplicazione dei prezzi dalla produzione al consumo.  La situazione è insostenibile in molti settori. Per la carne, dalla stalla alla tavola si verificano aumenti di oltre quattro volte per il coniglio (+400 per cento) e fino alle venti volte dal maiale al prosciutto (+1900 per cento).
Agli allevatori i maiali vengono pagati appena 1,25 euro il chilo, una quotazione così bassa che non riesce a coprire i costi di produzione.
Il prezzo della carne di maiale, passando dalla stalla alla tavola, si moltiplica per cinque se si acquista la braciola, per dieci se si compra il salame e fino ad oltre venti volte quando è il prosciutto a finire nella busta della spesa.
Stessa crisi anche per gli allevamenti di conigli: a fronte di un prezzo medio di 1,5 euro riconosciuto agli allevatori, la carne di coniglio viene pagata dai consumatori otto euro il chilo; il valore, nei passaggi della filiera, dalla stalla alla tavola, lievita del 430 per cento. A questo punto diventa facile pensare come un tale divario presente nella distribuzione metta a rischio i bilanci degli allevamenti cunicoli.
In Piemonte, secondo la Relazione annuale di attività dei servizi veterinari, l’anagrafe zootecnica conta 2.215 aziende che allevano suini, per un totale di 1.258.224 capi. In provincia di Torino le aziende sono 395, con 203.315 capi; Cuneo conta 1.137 aziende con 874.132 capi; Alessandria ha 209 aziende con 47.739 capi; Novara registra 136 imprese con 64.898 capi; Asti ha 124 allevamenti con 18.878 capi; Verbania registra 121 aziende con 633 capi; Vercelli conta 51 allevamenti con 17.650 capi; Biella ha 42 imprese suinicole con 30.979 capi.
Per i conigli, secondo Piemonte in cifre 2007, annuario statistico regionale, nella nostra regione vengono allevati 880.804 conigli.
“Questa iniziativa – hanno affermato il  presidente e il direttore della Coldiretti Piemonte Giorgio Ferrero e Bruno Rivarossa - è volta a ridurre la forbice dei prezzi dalla stalla alla tavola che mette a rischio la produzione Made in Italy di carne e salumi e il loro consumo da parte delle famiglie italiane che hanno dovuto ridurre di circa il 3 per cento gli acquisti familiari su base annua”.
Nel corso della manifestazione è stata avviata la raccolta di firme per la petizione popolare a sostegno dell’indicazione obbligatoria dell’origine sulle etichette delle carni di maiale e di coniglio, per garantire la trasparenza e sono state rese disponibili informazioni su prezzi, produzione e consumi nonché consigli per gli acquisti, con l'obiettivo di evitare i rincari e le speculazioni in agguato a danno degli allevatori e dei consumatori. La raccolta firme proseguirà ora su tutti il territorio, gli interessati possono sottoscrivere la petizione presso gli uffici Coldiretti Asti in corso Cavallotti 41.

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