A pochi giorni dalla manifestazione organizzata da Coldiretti Piemonte davanti alla sede di ARPEA (l’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura), e dopo che l’assessore regionale all’Agricoltura si è recato personalmente tra i manifestanti su preciso mandato della Presidente Mercedes Bresso, sono stati compiuti importanti passi avanti.
In meno di cinque giorni sono state corrette ben 100.000 anomalie.
Quasi altrettante sono state trasferite, per la loro correzione al livello nazionale, passando così da ARPEA ad AGEA. Inoltre è stato dato incarico ad una nuova società per collaborare alla correzione degli errori.
Sostanzialmente, delle 250.000 anomalie iniziali, Coldiretti stima che oltre il 90% sia legato alle procedure telematiche adottate in fase di istruttoria.
Peccato che nel frattempo, grazie a questi “disguidi” e a distanza di un anno e mezzo dalla presentazione delle domande, gli agricoltori abbiano percepito in media solo il 50% del contributo spettante.   
In buona sostanza gli enti pubblici hanno ammesso come i ritardi dei pagamenti non siano imputabili agli agricoltori, né tanto meno ai centri di assistenza agraria che hanno curato la presentazione delle domande nei confronti della Regione.
I dati prima citati evidenziano come la Regione Piemonte stia cominciando ad agire con maggiore concretezza, seppure con grande ritardo.
Dicono Giorgio Ferrero e Bruno Rivarossa, presidente e direttore di Coldiretti Piemonte: “La nostra manifestazione del 10 novembre è stata determinante per sbloccare una situazione che sta generando malcontento tra le imprese agricole piemontesi. Essa appare in via di miglioramento. Saremo in ogni caso oltremodo vigili affinchè entro fine anno, come promesso dalla Regione, arrivino i pagamenti”.
Aggiungono Maurizio Soave e Luigi Zepponi, presidente e direttore di Coldiretti Asti: “Contrariamente a cosa pensa qualcuno, ancora una volta Coldiretti ha dimostrato di sapere come, dove e quando manifestare nell’interesse delle imprese agricole”.