30 Maggio 2024
Apertura della Ue sull’etichettatura d’origine sui prodotti alimentari

L’esempio italiano è stato apripista diventando esempio

Un dovere del produttore e un diritto del consumatore da tutelare 

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L’apertura della Commissione Ue alla proposta, avanzata dalla Germania, di introdurre l’indicazione dell’origine su tutti gli alimenti in commercio, riconosce il ruolo storico dell’Italia di apripista, divenuto esempio, nelle politiche di garanzia verso il consumatore.

Ad affermarlo è la Coldiretti relativamente agli esiti del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura e della Pesca dell’Unione Europea. La delegazione tedesca, appoggiata da Francia, Portogallo, Estonia e Finlandia (altri Paesi, tra cui Spagna, si sono aggiunti successivamente), ha presentato un documento per l’introduzione dell’etichetta d’origine obbligatoria sui prodotti alimentari venduti su tutto il territorio dell’Unione, rispetto al quale, la Commissione si è detta disposta a lavorare, sebbene la questione verrà portata avanti dal prossimo esecutivo.

Un cambio di rotta importante, anche, rispetto all’attacco arrivato dalla Corte dei Conti Ue, nell’Audit conclusosi lo scorso dicembre, in merito ai decreti italiani sull’etichettatura d’origine per pasta, riso, derivati del pomodoro, latte, formaggi e salumi, considerati ostacoli al libero commercio.

Grazie all’esempio italiano, oggi, sussistono le condizioni per affermare una nuova stagione delle politiche alimentari nella Ue, che guardino alla trasparenza e alla naturalezza dei prodotti. Sebbene i quattro quinti dei prodotti alimentari riportino l’origine in etichetta, ancora, resta l’anonimato sull’origine dei legumi in scatola, della frutta per marmellata o succhi, del grano impiegato per pane, grissini e biscotti e, ultima ma non ultima, della carne e del pesce utilizzato nella ristorazione.

A pesare, inoltre, continua ad esserci il fenomeno del fake in Itay, ovvero, i prodotti stranieri spacciati per italiani, grazie alla norma del codice doganale, che ne consente “l’italianizzazione”, previe minime trasformazioni. Un vero e proprio inganno contro il quale Coldiretti ha lanciato una grande mobilitazione, portando migliaia di agricoltori al valico del Brennero, e la successiva raccolta firme per l’obbligo di origine in etichetta su tutti i cibi in commercio nella Ue, che si pone l’obiettivo di raggiungere un milione di sottoscrizioni.

“Trasparenza e origine dei prodotti alimentari rappresentano un dovere per il produttore ed è un diritto per i consumatori, che i governi nazionali ed europei devono garantire” affermano il Presidente Coldiretti Asti Monica Monticone e il Direttore Giovanni Rosso. “Che il cibo made in Italy sia il più copiato nel mondo la dice lunga sulla qualità/eccellenza; questo ci impone un maggiore impegno affinché si tutelino le produzioni di bandiera, quindi immagine e reputazione, e parimenti i consumatori”.

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