2 Aprile 2020
2 MILIONI DI CINGHIALI SENZA FRENI

Dopo lo stop agli abbattimenti, cresce l'emergenza

Devastazioni dal Piemonte alla Puglia, dalla Lombardia alla Sicilia

Danni in diversi territori, colpiti vigneti, campi seminati ed ortaggi

 

Con l’emergenza nuovo Coronavirus salgono a oltre due milioni i cinghiali che circolano senza freni per campagne e città. Danneggiano i raccolti e mettono a rischio la sicurezza delle famiglie, anche nelle poche occasioni in cui è permesso uscire di casa. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti in riferimento alla moltiplicazione degli avvistamenti di cinghiali e animali selvatici che sempre più spesso si spingono nei centri abitati, con segnalazioni nei paesi e nelle grandi città oltre che nelle campagne coltivate, dal Piemonte alla Calabria, dalle Marche alla Puglia, dalla Liguria al Lazio, dalla Lombardia all’Abruzzo fino alla Sicilia.

In Italia a rischio non ci sono solo i raccolti resi più preziosi in questo momento dalla necessità di assicurare adeguate forniture alimentari con l’emergenza Coronavirus, ma anche la sicurezza dei cittadini che in alcuni territori sono assediati dagli animali selvatici sull’uscio di casa.

In Piemonte, con lo stop alla caccia di selezione e con meno gente a presidiare i territori, i cinghiali stanno invadendo le campagne da nord a sud della regione: Ad Alessandria sono arrivati quasi in città rovinando i terreni coltivati; nelle zone di Acqui Terme, Ovada, Tortona e nelle province di Asti, Cuneo, Novara, Verbania, Vercelli, Biella e di Torino si contano danni a vigneti, campi seminati e agli ortaggi. Nei campi della collina torinese, Chivassese, nella piana lungo l’asta del fiume Po e nell’area di Ivrea e Caluso i danni maggiori provocati dai cinghiali sono riscontrabili sui prati e sul mais: interi campi di granoturco sono grufolati dagli ungulati, con la semina da rifare. Presi di mira anche i campi di grano.

“La proliferazione senza freni dei cinghiali sta mettendo anche a rischio l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali e di aree ad elevato pregio naturalistico – spiegano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Questo, oltretutto, sarebbe stato il periodo giusto, con la vegetazione ancora ridotta, per gli abbattimenti. Gli incidenti stradali sono diminuiti solo perché, al momento, con le disposizioni che dobbiamo seguire, circola meno gente, ma non appena si tornerà ai soliti ritmi il rischio sarà alto. Saranno necessarie, quindi, misure straordinarie da mettere in campo urgentemente. Non dimentichiamo che in Piemonte negli ultimi 6 anni si sono registrati 7.000 incidenti causati dalla fauna selvatica con una media pari a circa 1.200 incidenti l’anno, ma con la tendenza ad aumentare”.

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