19 Marzo 2008
Dalla bioplastica ottenuta dal mais un concreto aiuto per l’ambiente

 
La plastica, avendo oltrepassato il secolo di vita, si può già definire un’invenzione “antiquata”, anche se fu per molti aspetti rivoluzionaria. Si sta lavorando da tempo a livello mondiale per limitarne l’utilizzo, per due ragioni principali: ridurre, ed in prospettiva eliminare, l’inquinamento ambientale che i suoi molteplici utilizzi producono ed evitare l’impiego del petrolio, che è la sua principale materia prima, sempre più caro e destinato a non essere più disponibile nel giro di pochi decenni.
Il seminario sul tema “Il contributo delle bioplastiche allo sviluppo sostenibile”, organizzato martedì 18 marzo da Coldiretti Asti, ha sviluppato interessanti argomenti che dimostrano i notevoli campi di intervento di queste applicazioni nel settore agricolo e nella vita di tutti i giorni per la quasi totalità delle persone e delle attività produttive.
Gli astigiani conoscono già da tempo direttamente la bioplastica, utilizzando regolarmente il “Mater-Bi”, ovvero i sacchetti che derivano dall’amido di mais, completamente degradabili e “compostabili”, tramite i quali la raccolta differenziata consente lo smaltimento ottimale dei rifiuti umidi presso l’impianto di San Damiano d’Asti.
Come ha spiegato nel suo intervento Sara Guerrini, della società Novamont di Novara, che detiene il brevetto e la produzione del Mater-Bi, l’innovativo materiale sta conquistando sempre più spazi di utilizzo nei vari settori, dalle posate usa e getta, ai sacchetti per la spesa (shopper), tessuti, giocattoli, addirittura pneumatici. L’azienda ha i laboratori di ricerca a Novara ed unico stabilimento di produzione a Terni. Sempre per la Novamont, Floriana Ranghino ha poi illustrato i materiali bioedegradabili in agricoltura: metodologie di impiego, risultati ed esperienze”. Applicazione già sperimentate con successo negli ultimi anni, come testimoniato dal videofilmato riferito al Progetto Life-Biomass, proposto da Giovanni Minuto del CERSAA di Alberga, che ha anche ricordato, in campo turistico, l’importanza di poter disporre di piatti, bicchieri e posate usa e getta biodegrabili nei tanti utilizzi di manifestazioni enogastronomiche  e nella ristorazione collettiva.
La Regione Piemonte, come ricordato da Paolo Guercio, dirigente del servizio Agricoltura della Provincia di Asti, ha inserito nel Programma di Sviluppo rurale la possibilità di ottenere contributi aggiuntivi pari a 120 euro per ettaro, per le aziende agricole che utilizzano la bioplastica per la “pacciamatura”, ovvero la copertura del terreno con teli  bioplastici che impediscono il proliferare di piante infestanti nelle colture. Argomento trattato, nella sua approfondita relazione, da Michele Baudino del CRESO, sezione orticola di Cuneo. Come ha spiegato il coordinatore dei tecnici di Coldiretti Asti, Antonio Bagnulo: “il grande vantaggio del telo in bioplastica è che non va rimosso una volta collocato, ma si decompone, formando humus per le successive coltivazioni. In precedenza la plastica tradizionale andava rimossa e smaltita. Il biotelo è per queste ragioni già molto utilizzato da orticoltori, vivaisti e viticoltori”.
E’ normale, in presenza di queste caratteristiche,  che l’agricoltura guardi con molto interesse agli sviluppi nell’utilizzo di questo materiale innovativo e non inquinante, per questo, come ha ricordato il direttore Coldiretti Asti Luigi Zepponi: “Coldiretti sta collaborando con Novamont in diverse zone del territorio, contando che nel prossimo futuro possa aumentare la richiesta di mais, grazie alle bio-raffinerie per produrre la bioplastica”.
Dal 2010, secondo la legge già promulgata, sacchetti ed imballaggi di plastica tradizionale saranno infatti definitivamente messi al bando, a favore di materiali interamente biodegradabili, con benefici per l’ambiente che è facile pronosticare. Un pro-memoria su quello che sarà il nostro rapporto sempre più stretto con la bioplastica nei prossimi anni, è stato consegnato al pubblico del seminario sotto forma di una borsa per la spesa biodegrabile, un sacchetto di compost di qualità realizzato da Gaia S.p.A. nell’impianto di San Damiano ed un CD che illustra le numerose applicazioni già sperimentate con successo.
 

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