15 Maggio 2023
I primi risultati della rivisitata tecnica agronomica del Sovescio

Tra le aziende vitivinicole che lo hanno adottato c’è la Vincenzo Bossotti di Cisterna d’Asti

Una tecnica dai molteplici benefici sia in pieno campo, sia in vigneto così come nei noccioleti e nei frutteti

 

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Prosegue con soddisfazione il rivisitato progetto pilota del sovescio, messo a punto dalla Coldiretti Asti, quale soluzione integrante per una viticoltura proiettata alla sostenibilità e a fronteggiare/mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

Lo scorso autunno, il servizio tecnico della Federazione Provinciale Coldiretti Asti aveva promosso l’adozione di tale tecnica agronomica, sia in pieno campo, sia in vigneto così come nei noccioleti e nei frutteti, alla luce dei molteplici benefici previsti. Ne sono un esempio, tra gli altri: l’aumento della dotazione di sostanza organica, con effetti positivi per l’equilibrio nutrizionale e idrico delle colture, oltre che sulla struttura del terreno, con conseguente riduzione di fenomeni di stress; l’apporto dell’azoto a lenta cessione grazie alla presenza di leguminose; la rivitalizzazione del terreno favorendo lo sviluppo di microrganismi e mesofauna; la riduzione/azzeramento delle erbe infestanti.

A tal fine, erano stati progettati tre diversi tipi di miscugli di essenze, con caratteristiche specifiche a seconda della specifica destinazione (areali e produzioni). Tra le aziende che le hanno sperimentati con successo c’è la Vincenzo Bossotti di Cisterna d’Asti, che della sostenibilità applicata alla viticoltura ne ha fatto motivo di rinnovamento dei processi aziendali, nel rispetto della tradizione e per la massima espressione del Genius Loci custodito nel cuore delle Terre Alfieri.

“La ricchezza espressiva dei nostri vini è il dono più prezioso della terra che coltiviamo, la stessa nella quale abbiamo deciso di vivere” commenta Cristina, terza generazione Bossotti. “Per questo, abbiamo scelto di adottare una viticoltura a basso impatto ambientale che guarda alla sostenibilità delle coltivazioni nel lungo periodo e alla salubrità del vino e del contesto in cui viene prodotto. In vigna riduciamo il numero di trattamenti all’indispensabile, utilizziamo acqua piovana e di recupero oltre a prodotti copertura. Grazie alla Coldiretti Asti abbiamo introdotto il sovescio, quindi l’inerbimento naturale, fondamentale per combattere, tra gli altri, anche l’erosione del terreno, garantendone la vitalità. In ultimo, non utilizziamo fertilizzanti. La nostra” conclude Cristina, “è un’enologia attenta e consapevole della vocazione e della territorialità dei vitigni autoctoni. La qualità del nostro lavoro si esprime, prima di tutto, in vigna, dove passiamo la gran parte delle nostre giornate”.

“Volendo, è possibile affidare a ditte specializzate la semina” spiega il tecnico di Coldiretti Asti Vittorio Ravizza; “in tal caso, l’agricoltore si limiterà a preparare il terreno il giorno prima, mediante una fresatura e/o rippatura” “Le aziende che hanno introdotto questa tecnica agronomica, che pur risalendo a qualche decennio fa è stata rivisitata secondo lo studio e la ricerca di speciali miscele, hanno tutte riscontrato interessanti risultati già dal primo anno”.

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